Torna la nostra nuova rubrica dedicata al Calcio Femminile con una nuova intervista a Luciano Gandini, presidente della Lega nazionale Dilettanti Calcio Femminile e responsabile regionale Lombardia Calcio femminile.
Avevamo parlato con Luciano nel 2020 per descrivere la difficile situazione durante l’emergenza sanitaria. Ora, per fortuna, è un periodo un po’ più sereno.
Abbiamo fatto con lui il punto per vedere come si è evoluta la situazione pandemica in riferimento al calcio femminile e, soprattutto, in quali condizioni versa il calcio femminile italiano che si avvia, a breve, a diventare professionistico
di Alessandro Delfiore
Siamo alla fine della pandemia (speriamo). Come il Covid 19 ha cambiato il calcio femminile?
Incrociando le dita da quando siamo ripartiti con tutti i campionati, cioè da febbraio 2022 non abbiamo dovuto sospendere partite per Covid 19. Sicuramente il Covid 19 ha influito anche sul calcio femminile lombardo, in quanto siamo stati costretti a far disputare diversi recuperi con turni infrasettimanali creando parecchi problemi alle società e alle atlete.
Il calcio femminile in Lombardia. I numeri sono cresciuti nonostante tutto o c’è stata una piccola riduzione delle atlete?
Con particolare soddisfazione posso dire che i numeri delle atlete in Lombardia sono aumentati nonostante la pandemia.
Come si può far crescere il calcio femminile in Italia? Le scuole calcio e il numero delle atlete stanno aumentando?
Parlando, parlando e parlando, utilizzando tutti i mezzi audio-televisivi, cartacei, andando nelle scuole e sul territorio lombardo. Le scuole calcio fanno fatica ad aumentare, anche perché da qualche anno a questa parte le pure femminili si integrano nelle società maschili e perdono il loro status, mentre riconfermo che le atlete sono in aumento.
Come la professionalizzazione potrà aiutare tutto il settore? Qual è la reale situazione e quali sono i prossimi passi da compiere?
Il professionismo femminile, che partirà dal prossimo mese di luglio, sarà per ora riservato alle sole dieci squadre che parteciperanno al prossimo campionato di Serie A. In questo momento è difficile poter dire l’impatto che avrà nella prossima stagione sportiva, di sicuro ci auguriamo per tutto il movimento femminile che sia una occasione per una ulteriore crescita.
La Juventus è arrivata ai quarti di finale della Women’s Champions League e la Nazionale agli Europei. Come questi risultati possono trainare tutto il settore aumentando la visibilità e l’entusiasmo?
Il lavoro che sta facendo la Juventus è molto stimolante anche per le altre società professionistiche. I risultati ottenuti nella Women’s Champions League approdando ai quarti di finale, consentirà alla Juventus per la prossima stagione di accedere direttamente come una delle 16 squadre teste di serie evitando i preliminari.
Anche per la Nazionale italiana, il prossimo mese di luglio agli Europei sarà una vetrina molto importante perché, come per i passati Campionati del mondo, superare il primo turno avvicinerebbe tante nuove tesserate per la prossima stagione, continuando in modo repentino nella crescita.
L’ottima prova nell’Algarve Cup mostra che le Azzurre agli Europei possono arrivare fino in fondo? Qual è la tua previsione?
Il secondo posto all’Algarve Cup è la conferma di una Nazionale in ottima prospettiva di crescita. Superare il primo turno vorrebbe dire essere tra le magnifiche 8 dell’Europeo, sapendo che le altre in questo momento sono tutte Nazionali davanti a noi nel ranking Uefa. Personalmente sarei al settimo cielo se superassimo un altro turno per accedere alle semifinali.
L’educazione fuori dal campo. Come possiamo riuscire a creare un ambiente più sereno attorno al campo nel rispetto dell’arbitro e delle altre squadre?
Il mondo femminile è di gran lunga più educato di quello maschile, il comportamento delle atlete nei confronti del direttore di gara lo confermano. Difficilmente nei comunicati ufficiali sentiamo di comportamenti non consoni al rispetto e all’educazione nelle gare femminili.
Calcio femminile e calcio maschile. Sempre più squadre femminili si associano a quelle maschile mentre altre mantengono la loro identità separata. Qual è il modello del futuro e quale sta funzionando meglio?
Come parzialmente già risposto in una precedente domanda nascono sempre più realtà femminili all’interno di società maschili, innanzitutto per un discorso di ottimizzazione dei costi, degli impianti e degli spazi.
Per il futuro andrebbe bene questo connubio, purché i vertici delle società trattino le atlete con lo stesso riguardo dei maschi.
Gli impianti. In Spagna la professionalizzazione passa anche dalla modernizzazione degli stadi della Primera Iberdrola e dall’adozione dei campi in erba. Qual è la situazione in Italia e si potrebbe dialogare con il ministero per avere più fondi?
Purtroppo in Italia abbiamo parecchi stadi fatiscenti che andrebbero ristrutturati, sia con interventi di edilizia sugli spogliatoi e tribune, sia per le luci e i manti in erba naturale o sintetici.
In Lombardia grazie ai buoni rapporti del nostro presidente Tavecchio con Eni si sta lavorando sul fronte energetico e la Lombardia è stata l’unica regione che ha scritto al ministro Franco per un intervento a favore di tutte le nostre società.
Quali sono i prossimi passi per dare più diritti alle calciatrici e per far crescere l’interesse verso il calcio femminile? Come vedi la Serie A tra dieci anni?
Il prossimo 1° luglio le atlete delle società di Serie A diventeranno professioniste. Il mio l’augurio è che come in tutte le novità ci sia un tavolo di confronto per migliorare quelle divergenze che potrebbero sorgere. Una volta a regime che ci sia la volontà per rendere professioniste anche le atlete della Serie B al fine che anche il calcio femminile cresca sempre di più e possa attirare l’attenzione di aziende importanti che vogliano investire come sponsor.
Credo fermamente nel calcio femminile, e vorrei una crescita di numeri e qualità per recuperare almeno con le altre nazioni europee.
Grazie mille Luciano per il tuo tempo, competenza e passione. Lunga vita al calcio femminile!
Ringrazio voi per l’opportunità che mi date di poter parlare del mio mondo: il calcio femminile.