GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA

A chiusura della Giornata mondiale della poesia, che si celebra oggi 21 marzo, vorrei proporvi la lettura di alcuni stralci di una poesia di Pier Paolo Pasolini tratta dalla raccolta poetica La religione del mio tempo (1961, Garzanti). Mi sembra particolarmente in tema con il periodo primaverile anche se, di primavera, per tutti i motivi che ben conosciamo in questo ennesimo triste momento della storia, c’è ben poco. Credo di poter affermare con certezza che Pasolini, di cui quest’anno sono in corso le celebrazioni per il centenario della nascita, sia il degno rappresentante di questo tempo che non ha vissuto, dove un fiore rinasce in modo quasi brutale sul dolore e l’orrore di questo tempo. Pasolini in primis è stato vittima di violenza e di violenze di vario genere.
Che la natura possa darci conforto e non mostrando la sua indifferenza verso il male e il dolore che proseguono imperterriti il loro atroce cammino, ma come vero esempio di rinascita anche e soprattutto per quegli esseri umani che, come in inverno, si sono spogliati di ogni umanità mostrandoci solo il gelo dell’orrore. Che la poesia illumini le nostre vite così buie regalandoci qualche attimo di pace

8 marzo, partiamo dalle donne: il trauma migratorio

In occasione della Giornata internazionale della donna vogliamo parlarvi di un fenomeno non sufficientemente analizzato che riguarda le donne migranti: il trauma migratorio.
Il Progetto europeo Simple, portato a Bologna da Antoniano Opere francescane Onlus in collaborazione con l’Associazione Approdi e STePS, intende fronteggiare questo fenomeno poco conosciuto ma estremamente complesso che può avere conseguenze serie sui migranti sia in termini psicologici sia d’integrazione. Un tema che in questo momento è più attuale che mai con le continue e drammatiche immagini che ci arrivano dall’Ucraina da cui la maggior parte della popolazione sta fuggendo

Viviana Varese, la chef stellata che aiuta le donne

Ha inaugurato poco più di due settimane fa la prima pasticceria-gelateria all’interno del Mercato comunale di Isola a Milano, un piccolo negozio in cui lavorano donne che si sono rivolte all’associazione Cadmi (Casa di accoglienza delle donne maltrattate di Milano) per uscire dalla terribile spirale della violenza.
IO SONO VIVA, così si chiama la pasticceria, è un progetto fortemente voluto dalla chef Varese che da anni si batte per i diritti delle donne e per la comunità LGBTQ+. La chef, consapevole dell’importanza di far riguadagnare dignità e indipendenza economica attraverso il lavoro, ha assunto cinque donne di età compresa tra i 23 e i 50 anni