Ha inaugurato poco più di due settimane fa la prima pasticceria-gelateria all’interno del Mercato comunale di Isola a Milano, un piccolo negozio in cui lavorano donne che si sono rivolte all’associazione CADMI (Casa delle donne maltrattate di Milano) per uscire dalla terribile spirale della violenza.
IO SONO VIVA, così si chiama la pasticceria, è un progetto fortemente voluto dalla chef Varese che da anni si batte per i diritti delle donne e per la comunità LGBTQ+. La chef, consapevole dell’importanza di far riguadagnare dignità e indipendenza economica attraverso il lavoro, ha assunto cinque donne di età compresa tra i 23 e i 50 anni.
Ci sembra un bellissimo modo per avvicinarci alle celebrazioni dell’8 marzo. Un grande plauso all’iniziativa virtuosa della chef Varese
di Valeria Cudini
Il giorno prima della Festa della donna, il 7 marzo, aprirà anche la seconda gelateria-pasticceria inclusiva di Viviana Varese in via Kramer (sempre a Milano). Il progetto iniziale, in realtà, prevedeva prima l’apertura di questo locale in zona Porta Venezia per cui la “squadra” della Varese ha ricevuto un premio dalla World 50 Best Restaurants a ottobre 2021. A dicembre, però, è arrivata l’opportunità di una prima apertura all’interno del Mercato comunale di piazzale Lagosta. L’idea della chef, quindi, sarebbe quella di poter dar vita a un vero e proprio format senza mai dimenticare il tema dell’inclusività che è per lei assolutamente prioritario.
Donne scelte insieme a CADMI e formate dalla chef Ida Brenna
Le donne che lavorano per Io sono VIVA sono state scelte in collaborazione con Cadmi. Nessuna di loro aveva esperienza di pasticceria – come ci ha raccontato la chef durante una recente cena nel suo locale VIVA – motivo per cui sono state affiancate da un team di pasticcere capeggiato dall’ex sous chef della Varese Ida Brenna che le sta formando. La chef Varese, come ho potuto personalmente constatare e come mi è stato confermato dal personale di sala di VIVA, si reca ogni giorno alla pasticceria dove supervisiona il lavoro e fornisce un aiuto concreto per diverse ore.
Se qualità ed esecuzione di torte, monoporzioni, croissant, brioche, pain au chocolat e gelato sono in linea con la stella Michelin della Varese, i prezzi, invece, sono calmierati proprio per tener fede all’idea d’inclusività e per permettere al locale di diventare presidio virtuoso e negozio di prossimità per tutti.
Qualche esempio? Una torta da 6-8 porzioni costa circa 28 euro. Inoltre, per ogni chilo di gelato venduto, un euro verrà devoluto a Cadmi. La chef ha raccontato che l’idea le è venuta durante il lockdown pensando proprio a quelle donne che avevano perso il lavoro oppure si trovavano in una condizione di possibile e reiterata violenza accresciuta dalla forzata chiusura tra le mura domestiche. Il progetto pian piano ha preso forma, così come tutto quello che la chef Varese con coraggio e determinazione porta avanti da anni.
Viviana Varese, vittima di soprusi, si batte da sempre per l’inclusività
Una donna, Viviana Varese, che ha dovuto lottare affrontando, sin da quando è arrivata a Milano a soli 7 anni, episodi di razzismo, bullismo e omofobia per la sua dichiarata omosessualità.
Nei suoi ristoranti, ne ha uno anche a Noto, in Sicilia – Viva Villadorata Country Restaurant – la chef è estremamente attenta alla selezione del personale nel rispetto, sempre, dell’inclusività. Collabora con l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati e ha aiutato a formare e integrare molti sfollati. Vuole lavorare solo con fornitori che condividano i suoi stessi valori.
I piatti e le sue ceramiche sono realizzati da un’azienda dove lavorano persone con disabilità.