Recensione in anteprima del film “LUPIN III – IL CASTELLO DI CAGLIOSTRO” di Hayao Miyazaki

Solo per tre giorni e cioè il 4, il 5 e il 6 marzo potrete vedere, grazie a Nexo Digital, il primo anime che nel 1979 segnò il debutto di Hayo Miyazaki alla regia di un lungometraggio: LUPIN III – IL CASTELLO DI CAGLIOSTRO. La pellicola di Miyazaki fu inoltre il primo film d’animazione a essere presentato al Festival di Cannes. A 45 anni di distanza dalla prima uscita in Giappone, il film si presenta in versione completamente rimasterizzata e restaurata in 4K.

Un’occasione unica, da non perdere!

Sul sito di Nexo Digital trovate tutte le sale italiane in cui poter vedere il film

di Valeria Cudini

La storia del primo lungometraggio di Miyazaki è abbastanza lunga e complessa. Per sintetizzare e darvi un’idea, se non la conoscete, vi basti sapere che è stato trasmesso per la prima volta in tv su Italia 1 il 1° gennaio 1984. Nel 1992, poi, venne rilasciato un secondo doppiaggio, edito da Yamamoto Video. Per l’arrivo nelle sale italiane si è dovuto invece aspettare sino al 2007 grazie a una collaborazione tra Yamato Video e Mikado Film che commissionarono un terzo doppiaggio composto dalle voci ufficiali della serie manga e con un adattamento più fedele ai dialoghi originali, senza censure. La serie, ideata dal genio di Monkey Punch, fu trasmessa per la prima volta in Giappone dal 24 ottobre 1971 al 26 marzo 1972, mentre arrivò sugli schermi televisivi italiani nel 1979 su diverse tv locali e replicata più volte negli anni successivi con il titolo “Lupin, l’incorreggibile Lupin”.

Lupin III, oltre alla serie manga, si ispira all’omonimo personaggio letterario ideato dallo scrittore francese Maurice Leblanc. Questo film, con un personaggio quindi ben noto a Miyazaki, già regista di diversi episodi televisivi, rappresenta in nuce quello che diventerà poi la produzione del famosissimo Studio Ghibli.

In sintesi la trama. Lupin e il suo fedele compagno Jigen hanno individuato dove vengono prodotte le banconote false che hanno causato una situazione disastrosa a tutta l’economia mondiale. Il luogo di produzione è, per l’appunto, Cagliostro, lo Stato più piccolo del mondo governato dal cattivissimo conte omonimo. Lupin, pur essendo un ladro, gode di un innato senso dell’onore misto a curiosità, motivo per cui decide di andare a fondo a questa “brutta faccenda”. Per smascherare dove siano prodotte queste banconote false, Lupin scoprirà che, all’interno delle mura del castello – come avviene peraltro in moltissime fiabe – è nascosta e tenuta prigioniera la bella Clarisse che, suo malgrado, dovrà a breve diventare la sposa del conte, suo zio. Le intenzioni del conte Cagliostro più che amorose sono legate a una questione di casata che deve essere riunita e, ovviamente, a un tesoro tenuto ben al sicuro da un incantesimo.

A Lupin spetterà quindi un arduo compito: liberare la ragazza dalle malvagie grinfie del conte, punire lui e tutta la sua cricca di crudeli scagnozzi e, chiaramente, poter mettere le mani sul tesoro. In tutta questa avventurosa odissea non mancano altri personaggi chiave della saga di Lupin come Fujiko, seducente fanciulla; il samurai Goemon e l’instancabile e principale antagonista di Lupin: l’ispettore Zenigata. Proprio quest’ultimo, che nella serie viene sempre vinto da Lupin, in questo film, sorprendentemente, accetta una tregua con Lupin e, inoltre, vince contro i falsari e i politici corrotti.

In questo film Lupin appare, rispetto ai manga, molto più serio, a tratti quasi malinconico, nostalgico, pieno di buoni sentimenti. E non solo! La sua astuzia gli consente di studiare stratagemmi complessi per riuscire a superare tutti i difficilissimi marchingegni e ostacoli per entrare nel castello. Un personaggio dai tratti ben delineati, un ladro gentilumo che strizza l’occhiolino allo spettatore e che, forse proprio anche per il momento storico in cui è uscito, sembra assomigliare un po’ allo 007 di Sean Connery.

Ci sono poi elementi iconici nel film come l’autogiro, la strana macchina volante che ci ricorda la passione di Miyazaki per tutta la tecnologia che riguarda il volo e i paesaggi che ritroveremo simili in “Heidi”. E, non ultimo, il castello in rovina, così curato nei dettagli e in cui possiamo ritrovare elementi utopici come quelli del “Castello nel cielo”.

LUPIN III – IL CASTELLO DI CAGLIOSTRO ci consente, vedendolo (o rivedendolo) di cogliere già tutta la grandezza del genio di Miyazaki e d’immaginare, guardando a ritroso, che cosa sarebbe potuto diventare il suo cinema. Eppure, pur spingendoci alti con l’immaginazione probabilmente nessuno di noi sarebbe stato in grado di pronosticare quali vette creative avrebbe potuto raggiungere il regista. Quindi: chapeau maestro!

Post Author: Valeria Cudini

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