GIORNATA INTERNAZIONALE PER L’ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

INTERVISTE A TRE DONNE CHE SI BATTONO PER LA PARITA’ DI GENERE

In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne abbiamo intervistato tre donne molto diverse tra loro ma unite dalla convinzione che solo lottando pacificamente le donne potranno godere dei diritti che meritano e smettere di essere vittime di violenze fisiche e psicologiche.

La prima è Liana Gukasyan, artista armena residente a Milano; la seconda è Virginia Pishbin, medico di origine iraniana, attivista a favore dei diritti e della libertà delle donne iraniane, e la terza è Mariangela Tedde, insegnante alle superiori a Sassari, giornalista pubblicista, direttrice di Spazinfiniti e collaboratrice di Telegi. Ha scritto il libro Fiera Libertà

di Alessandro Delfiore

INTERVISTA A LIANA GUKASYAN*

Come è la situazione femminile in Armenia? Che cosa si può fare per migliorarla? 

Ovviamente come in tutti Paesi ci sono dei “disequilibri” verso le donne, verso i diritti. Non posso dire che sia una situazione estrema, questo no. Io sono 13 anni che vivo a Milano e, non avendo informazioni approfondite sull’argomento posso solo commentare dicendo che sicuramente vanno migliorati e ottenuti diritti per le donne come accade nella maggior parte dei Paesi. Le donne prima sono uomini cioè anime e poi sono donne. Vanno rispettate e amate per i loro colori così come sono e sono dei colori molto belli e ricchi. 

Come ti trovi in Italia? Raccontaci la tua attività e come il Bel Paese aiuti le donne a esprimere la propria professionalità e ad avere successo nel lavoro.

Le mie valigie da Yerevan hanno volato sino a Milano. Sono stata la benvenuta sin da quando suono arrivata in aeroporto! Vivendo qui ogni dinamica quotidiana e non, posso dire che per le donne c’è veramente tanto da fare. Come artista bisogna credere con il cuore nel proprio lavoro, e andare sempre avanti con una vibrazione positiva. L’universo sa ascoltare e sa vedere. Credere nella magia. Ecco che cosa serve. Come donna posso dire che i maltrattamenti sono molto presenti nelle grandi città. Bisogna investire molto per arrivare a un certo equilibrio. Sono fiduciosa, ma so che ci vorrà tanto tempo. 

Come combatti la violenza di genere? Hai realizzato qualche opera d’arte su questo tema?

Perché devo combattere, tu non combatti per comprare il pane! Sono un’anima in questo mondo, e senza combattere voglio esserlo. Senza combattere!

Come artista recentemente ho partecipato a una performance con Valeria Orlando e a Wall of Dols di Milano a Palazzo Visconti. Mi ha toccato molto questa esperienza che ho vissuto con tante diverse emozioni.

LIANA GUKASYAN*

Artista armena da 13 anni a Milano. Nata a Magdeburgo in Germania nel 1986, vive e lavora a Milano dal 2008.
Dopo la laurea alla facoltà di pittura di Erevan (Armenia), si trasferisce a Milano, dove si laurea all’Accademia delle Belle Arti di Brera. Espone in Italia e all’estero. Fa parte dell’Unione Artisti della Repubblica Armena.

Grazie Liana per la tua attività artistica e culturale e per creare un ponte tra Armenia e Italia. Continua così!

INTERVISTA A VIRGINIA PISHBIN**

Che cosa pensi della condizione femminile in Italia e in Iran?

La situazione femminile in Iran è disastrosa; in Italia merita tutta la nostra attenzione perché l’empowerment femminile è un fattore di crescita per le nuove generazioni. Noi stiamo gettando ogni giorno semi per una società equa stabile e aperta per le generazioni future, questo non lo dobbiamo mai dimenticare e pertanto non dobbiamo mai abbassare la guardia.
Il disastro in Iran è dato dal potere concentrato nelle mani di un manipolo di scellerati misogini che con il fraudolento intento di mistificare la realtà usano il Corano per una supposta giustificazione alle loro nefandezze.
Migliorare una società del genere significa rovesciare la faccia della medaglia scegliendo di lottare per i diritti degli esseri umani, donne e uomini.
Scegliere una politica che non intenda accondiscendere al regime clericale e la continua violazione dei diritti umani, “in nome di una supposta legge divina”. Basti pensare che per Costituzione la donna è un cittadino di serie B i cui diritti sono concessi e limitati dalla Sharia, la “legge” islamica.

Raccontaci come le donne possono esprimere la propria professionalità e avere successo nel lavoro.

La disoccupazione femminile in Iran raggiunge dei numeri spaventosi, infatti basti pensare che il 60% degli studenti universitari sono donne che non arriveranno mai ad avere un impiego nonostante siano ultra qualificate. Questo avviene in moltissimi ambiti tra cui quello sanitario, in questo terribile periodo di pandemia, in cui turni massacranti e politiche del lavoro inesistenti hanno portato allo sfinimento il personale. Infermiere costrette a lavorare a ore e licenziate per non essere assicurate, rischiando la vita, dati gli esigui mezzi per contrastare l’infezione senza alcuna tutela.
Non dimentichiamo che questi sono impieghi “concessi” dal regime alle donne, mentre carriere come quella dei magistrati o di qualsivoglia leadership sono a esse totalmente precluse, considerate per natura “tendenti all’emotività” e quindi incapaci di attendere a compiti di responsabilità.

Si pensi che 77 facoltà sono interdette alle studentesse, tutte in ambito tecnico-scientifico.

La deposizione di due donne equivale a quella di un uomo e di fatto il peso sociale è completamente sbilanciato.

In questo scenario quale può essere la possibilità di carriera di una donna? Sicuramente esistono donne parlamentari, ad esempio, ma di fatto sono solo pedine del potere, di facciata, compiacenti schiave dell’integralismo.

Ciò che accade nella ricca società persiana è una cosa molto triste: la deprivazione e l’impoverimento culturale, sociale, politico delle donne porta a un avvilimento dell’intera società. Hanno demolito la sacralità dell’autodeterminazione in quanto esseri umani di genere femminile.

“In ogni momento siate liberi e per essere tali siate pronti a pagarne il prezzo”. Nell’articolo che hai scritto relativo all’intervento che hai fatto in Senato citi Pertini finito in carcere per le sue idee socialiste durante la dittatura fascista. “L’attualità delle sue idee è come la resistenza iraniana: può combattere il regime e garantire una maggiore libertà alle donne persiane

Per inciso cito Maryam Rajavi che cita Pertini (sorrido).
“Saper pagare il prezzo delle proprie scelte per la libertà” è un tema molto caro ai membri della resistenza iraniana e ai suoi simpatizzanti. Sono nata e cresciuta in questo humus e comprendo bene come le parole ricche di vigore di Pertini siano in totale armonia con quanto Maryam Rajavi, presidente eletta del Consiglio Nazionale della resistenza iraniana, voleva esprimere il 4 novembre nella sala stampa del Senato.
La resistenza Iraniana conta al suo interno una compagine femminile vasta e attiva, uomini e donne lavorano instancabili da oltre 40 anni fianco a fianco; esempi viventi di come, pur essendo credenti e fervidi islamici, abbiano trovato nell’accezione rivoluzionaria dell’Islam una propulsione per la lotta contro i mullah, espressione della teocrazia e quindi dell’uso scellerato della religione.

Noi in Italia storicamente abbiamo avuto Bonifacio VIII che unì il potere temporale a quello spirituale, ma era la metà del XIII secolo.
Non importa quali politiche verranno in futuro definite e da chi, ma il rovesciamento del fascismo clericale è l’unica soluzione perché la libertà e la democrazia prosperino nel silenzio delle urne finalmente restituite alla sovranità popolare.

Grazie Virginia, buona fortuna per la tua attività di medico e attivista a favore della libertà e della salute per tutti.

VIRGINIA PISHBIN**

Nasce in una famiglia multiculturale, respira sin da piccola la libertà di pensiero e l’importanza capitale di difendere le diversità culturali religiose e di orientamento.
Decide di fare il medico per la passione verso gli esseri umani e continua a seguire le fondamentali lotte della resistenza iraniana, cercando nel suo piccolo di far da cassa di risonanza.

INTERVISTA A MARIANGELA TEDDE***

Che cosa pensi della situazione femminile in Italia? Che cosa si può fare per migliorarla?

Credo ci sia sempre da fare, si può sempre migliorare. Personalmente ho avuto e ho la grande fortuna di conoscere grandi esempi di donne, prima di tutte mia madre, che mi hanno mostrato che una donna può fare, può impegnarsi, può riuscire ed essere. Credo fortemente che tutti dobbiamo avere gli stessi diritti e doveri, senza nessuna prevaricazione, ognuno di noi – uomini o donne che siano – deve cercare di fare quanto nelle sue capacità per migliorare la vita propria e quella altrui, anche solo attraverso una presenza che a volte si dà per scontata ma non lo è mai. Troppo spesso si tende a ignorare che siamo parte di qualcosa, nessuno è superiore agli altri, tutti dobbiamo avere voce, ascoltare e farci ascoltare.

Come l’insegnamento può migliorare la condizione delle donne attraverso l’educazione. Raccontaci come le donne possono esprimere la propria professionalità e avere successo nel lavoro.

L’insegnamento – in famiglia, a scuola, in ogni ambito – inevitabilmente arricchisce le vite del singolo e della società. Ora più che mai non potrei concepire una vita silenziosa, senza un fluire di idee e parole che portano alla nascita o al rafforzamento della consapevolezza di avere qualcosa da dire, non sempre condiviso, ma che di sicuro merita di essere espresso.

Come combatti la violenza di genere? Ad esempio hai realizzato diversi servizi televisivi su Telegi sull’argomento… Raccontaci anche come si può combattere anche attraverso un’informazione corretta.

Purtroppo è un argomento talmente vasto e inspiegabile che sembra non trovare una soluzione definitiva. Non voler capire a volte è anche peggio del non capire realmente. A scuola e a Telegì e su Spazi Infiniti, anche quando non affronto direttamente il tema, mi esprimo spesso sull’importanza del rispetto, sulla necessità di capire l’altro senza cercare di affossarlo per emergere, le donne sono persone, hanno lo stesso valore degli uomini, non riesco a pensare ad una società in cui un genere, ma mi risulta impossibile anche per una sola – non meno importante -persona, venga semplicemente annullato. Credo e spero che le nuove generazioni possano imparare e continuare a mettere in pratica gli insegnamenti di chi capisce che si può crescere imparando dall’altro, condividendo gioie e dolori per poter davvero creare un mondo veramente libero.

Raccontaci qualcosa sul tuo libro Fiera Libertà. Può essere un esempio di emancipazione e riscatto sociale?

Nel mio libro la protagonista, Elena, risente inizialmente di una situazione reputata ingiusta ma non si abbatte e si fa strada in un mondo che prima non conosceva davvero. Pensandoci, e rapportando la storia alla situazione attuale in effetti, come dico spesso ai miei alunni, le epoche non sono chiuse in uno spazio e un tempo, inevitabilmente si riflettono nel futuro.

Elena ha fatto quello che tante donne oggi fanno, si impegnano, si mettono alla prova, cercano di capire e spesso, anche grazie all’empatia e alla sensibilità che in vari casi le caratterizza, dimostrano un’acutezza che a un primo sguardo non traspariva, arricchendo la realtà circostante.

Grazie Mariangela, buona fortuna per la tua attività come insegnante, giornalista e direttrice di SpazInfiniti.

MARIANGELA TEDDE***

È nata a Sassari, dove tuttora vive, nel 1980. Qui ha compiuto i suoi studi laureandosi in Lettere moderne. Ha partecipato ad alcuni concorsi letterari tra cui, nel 1997, la terza edizione del concorso dal titolo “Io e l’amore”, in cui ha conseguito il primo premio e qualche anno dopo “Io e il volontariato” che ha vinto per la sua categoria, e ad alcune pubblicazioni, tra cui “Essere donna” di Rita Meloni e “Azzurri orizzonti” di Luisella Sanna.
È segretaria dell’associazione di volontariato “Centro amico ONLUS” per conto della quale ha svolto attività di recupero per studenti di ogni ordine e grado, con difficoltà in varie materie scolastiche.

Ha pubblicato il suo primo romanzo storico dal titolo Fiera libertà nel 2015.
È direttrice del bimestrale Spazi infiniti.

Dal 2020 è giornalista pubblicista e collabora, compatibilmente con impegni scolastici, con Telegì. Al momento, infatti, insegna presso il liceo internazionale materie umanistiche.

Post Author: Valeria Cudini

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