MILANO: FARE MUSICA IN PERIFERIA – L’ESPERIENZA DELLA BAND OMBO (E ALTRI ESEMPI VIRTUOSI)

Riprendiamo le fila del discorso sulla musica di periferia a Milano, tema che avevamo già trattato parlando del progetto Street Off della band OMBO e che, proprio grazie al suo ideatore, Lorenzo Vergani, è stato portato avanti per noi di #alpassocoitempi grazie alla collaborazione con Kristall Radio.

Lorenzo, infatti, è stato ospite qualche mese fa a Kristall Radio all’interno della nostra rubrica #alpassocoitempi nella trasmissione Good Morning Milano presentata da Vanessa Putrino. Lorenzo ha raccontato di come è nata la OMBO, dei progetti passati e futuri e di che cosa significhi a Milano fare musica in periferia

di Valeria Cudini

Che cosa significa fare musica in periferia?

Fare musica in periferia è una scelta coraggiosa. Non è cosa da tutti, anche se siamo nella grande Milano. O forse proprio per questo.

Senza voler essere retorici va però ricordato quanto siano complesse le periferie, ciascuna con la sua tipologia di problemi; alcuni comuni, come condizioni d’indigenza, microcriminalità e droga, problema degli alloggi; altri legati alle specificità del quartiere. Eppure le periferie milanesi sono altrettanto ricche di storie di vita, di voglia di riscatto, di piccole realtà sconosciute che, solo se si ha voglia di metterci il naso, possono svelare segreti importanti che dovrebbero essere conosciuti da tutta la città di Milano e non solo.

La musica è uno strumento perfetto per dare luce a comunità spesso in ombra o malviste dai benpensanti. La musica suonata nelle strade di periferia ancora di più. Questa è stata, ed è tuttora, la scommessa vinta dalla band di Lorenzo, la Open Mouth Blues Orchestra (OMBO), che nasce proprio con questo intento: dar voce alle periferie e portare bellezza in questi quartieri.

La musica unisce e favorisce l’integrazione. E, per chi vive a Milano, è facile capire quanto sia importante aprirsi alle differenti etnie e nutrirsi della ricchezza delle diversità.

La gente balla in strada

Nascita ed evoluzione della band OMBO

Ufficialmente la OMBO nasce nel 2007, anche se l’idea era in nuce ben prima. Il suo nome è dovuto al titolo di un album dell’83, Open Mouth Blues, del gruppo jazz Nexus di Milano. Una vera e propria fonte d’ispirazione per tutto il percorso musicale di Lorenzo Vergani, che ha così conosciuto la creative music e l’Avantgarde Music, e spunto essenziale per decidere di fondare un’orchestra che suonasse la black music degli Anni 60 e 70.

E non finisce qui. L’idea in più di Lorenzo è stata di portare all’interno del suo progetto musicale un aspetto essenziale: l’improvvisazione collettiva tipica del free jazz afroamericano con un qualcosa in più: proporla in chiave blues.

L’Orchestra Open Mouth Blues è composta da 13 elementi (4 fiati, 3 voci, basso, percussioni, batteria, due chitarre e tastiere) che suonano musica jazz, soul, funk e jazz e dal 2018, fatto salvo l’interruzione per Covid, si esibisce in media una volta al mese nelle piazze della periferia milanese con il Busker Tour Ombo da marciapiede all’interno del progetto Eventi nei quartieri, un’iniziativa del Comune di Milano che ha l’intento di portare cultura, attività, eventi nelle periferie milanesi.

Oggi la OMBO è qualcosa di diverso da quello che era in origine quando suonava nei locali e la differenza sostanziale sta nel fatto che nelle piazze il rapporto con il pubblico è diretto, c’è un’immersione totale con le persone che permette di avere un riscontro immediato di che cosa gli piace e che cosa no.

Le esperienze in strada – ci ha racconta Lorenzo Vergani – “consentono di vivere momenti davvero particolari, come per esempio quello in cui durante un concerto una homeless si è messa a suonare l’armonica in tonalità giusta, o persone che durante le esibizioni si mettono a ballare come se fossero in una balera o il pubblico delle badanti ucraine che ascoltavano la musica durante la pausa del loro lavoro”.

La periferia però – ha voluto ricordare Lorenzo – “è anche un luogo molto duro con problemi di delinquenza, dove è difficile vivere, c’è un problema di alloggi e questa fatica per chi suona in periferia si legge sulla faccia della gente”.

Il nuovo progetto in cantiere: La paura dei benpensanti

Il progetto che vedrà la luce all’inizio del 2023 e su cui ora Lorenzo Vergani, la OMBO, una fotografa e un illustratore stanno lavorando si chiamerà La paura dei benpensanti. Ancora una volta sarà, come per Street Off, un’opera multimediale, ovvero un racconto illustrato con immagini e fotografie di Milano.

Questa volta il quartiere principale in cui sarà ambientata la storia è quello della Barona e, come accompagnamento, ci sarà sempre con un cd.

Il titolo, La paura dei benpensanti, vuole descrivere il conflitto interiore che spesso gli artisti vivono nel non riuscire a trovare il coraggio d’intraprendere la carriera da professionisti relegandosi a una vita minore. In più il progetto sarà anche un pretesto per parlare di parità di genere.

Per seguire la OMBO

I riferimenti sono la pagina Facebook: https://www.facebook.com/omborchestra e Instagram: @omborchestra.

Il prossimo importante appuntamento sarà il concerto 100% busker 1° ottobre in piazza Gabrio Rosa.

Milano: cresce la sensibilità verso le periferie

Per dare luce alle periferie occorre che ci sia continuità nell’organizzare e proporre eventi come quelli realizzati su piazza dalla band OMBO. E va detto che, finalmente, le cose stanno iniziando a cambiare. Milano si sta aprendo alle periferie.

LA OMBO in concerto

L’esempio di Piano City

Un esempio eccellente in questo senso è stato l’ormai consolidato festival Piano City Milano che quest’anno si è svolto dal 20 al 22 maggio e per la prima volta ha visto protagoniste di appuntamenti importanti anche le periferie. L’intento è stato sia quello di avvicinare il grande pubblico alla musica classica, cosa mai scontata, sia di far conoscere luoghi rinati a nuova vita da una riqualificazione urbana come l’ex Macello Comunale a sud del Passante ferroviario di Porta Vittoria. O di pensare a dei concerti a Corvetto-Chiaravalle all’Agro Foresta di Vaiano Valle e al Quartiere Adriano con Magnete, altri in cascine che per l’occasione si sono fatte centri culturali: Cascina Merlata e Casa dell’Accoglienza Enzo Jannacci. E ancora i parchi di Villa Finzi, di Chiesa Rossa, Il Parco delle Cave e il Parco Lambro.

Milano Viva, Micambio, il CIQ, il Chiosco di Giacomo e il Sabato di Lambrate

Inoltre il Comune di Milano ha lanciato un’iniziativa che si chiama Milano Viva per finanziare organizzazioni che agiscono sul territorio e promuovono tour nelle periferie.

Muovendosi nelle periferie la OMBO ha incontrato realtà bellissime, oltre a Emergency, Micambio, un’organizzazione che lavora in San Siro-Segesta e il CIQ (il Centro internazionale di quartiere in Corvetto), un progetto dell’associazione socio-culturale Sunugal, che da oltre vent’anni si occupa di co-sviluppo tra Italia e Senegal, promozione sociale e intercultura, e della Cooperativa Sociale Fate Artigiane. Il CIQ è un luogo di aggregazione dove si svolgono attività ricreative, corsi, eventi e rassegne cinematografiche, teatrali, musicali, artistiche eccetera. La Cascina vuole essere un luogo di partecipazione attiva dove i cittadini siano fruitori di servizi e di cultura oltre che, se lo desiderano, promotori di corsi e iniziative.

Modou Gueye, ideatore e anima del CIQ

Sempre in Corvetto merita di essere citato il Chiosco di Giacomo; mentre a Lambrate il Sabato di Lambrate. Sono tutte realtà che riescono a dare continuità alle progettualità culturali sul territorio.

Folco Orselli e Blues in Mi

Folco Orselli

Merita un capitolo a parte l’esperienza del cantautore Folco Orselli che a Milano e alle periferie dedica da anni un’attenzione particolare. “Le periferie delle città se non adeguatamente ‘illuminate’ possono diventare le periferie dell’anima, il luogo in cui tutto stravolge e muta in una sorda trasformazione frustrante e pericolosa” (Folco Orselli, cit.).

Motivo per il quale, cari lettori, a lui e ad altri progetti legati alle periferie dedicheremo altri spazi in questo web blog.

Post Author: Valeria Cudini

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