Il mio incontro con Lorenzo Vergani, sax tenore e direttore della band OMBO*, risale a circa cinque anni fa – se ben ricordo -, quando insieme alla sua band hanno suonato per Emergency di cui al tempo facevo parte come volontaria.
Siamo rientrati in contatto quest’anno quando Lorenzo mi ha scritto per raccontarmi del progetto musicale Street Off a cui ho voluto dar subito visibilità sul canale YouTube L’Unione fa la forza Cultura
e ora qui. Perché credo che se un progetto è valido bisogna parlarne il più possibile e capirne le radici.
Ecco allora che, dopo aver partecipato al primo dei concerti post Covid della OMBO in Corvetto (la mia zona peraltro), ho chiesto a Lorenzo di raccontare ad #alpassocoitempi come è nato il progetto di fare musica nelle periferie milanesi. È un tema che mi interessa molto personalmente perché vivo in periferia e che interessa ad #alpassocoitempi perché attualissimo. Finalmente Milano ha scelto di iniziare a interessarsi delle periferie a più livelli. Ne parleremo ancora quindi.
Intanto eccovi la trascrizione fedele dell’interessantissima chiacchierata fatta con Lorenzo che mi ha aperto un mondo sulla musica di strada, sulle periferie di Milano e soprattutto su quanto esse abbiano da dire.
Attraverso la musica e altri eventi di aggregazione, come questi organizzati da Stradarte, si offre una possibilità di far uscire dal buio quartieri milanesi dimenticati o ricordati solo per criminalità e droga.
Di Valeria Cudini
Come è nata l’idea di suonare nelle periferie?
«Nel 2018 abbiamo deciso di suonare in strada anche se non avevamo una progettualità sulle periferie. Per suonare in strada ti devi organizzare: ti devi iscrivere a un’organizzazione del Comune di Milano che si chiama Stradarte che regolamenta artisti e mestieri di strada. Occorre avere determinati prerequisiti e, soprattutto, devi essere autonomo nell’alimentazione della strumentazione elettrica. Dato che noi siamo in tredici ci siamo dati da fare per cercare di capire se fossimo in grado di farlo, abbiamo diminuito al massimo la strumentazione elettronica e abbiamo fatto anche delle prove. Verificato il tutto abbiamo seguito l’intera procedura burocratica per Stradarte.
A quel punto vado sul sito di Stradarte per prenotare la prima postazione libera e non riesco a capire come mai non riesco a prenotare niente. Allora scrivo a Stradarte e spiego che non riesco a fare nulla. Mi risponde un certo Chierichetti il quale mi dice che da una settimana era cambiato il regolamento di Stradarte per chi ha alte emissioni sonore e che dato che noi siamo in tanti non è più possibile fare esibizioni in strada. Rispondo che mi dispiaceva molto soprattutto per i soldi che avevamo speso per comprare le strumentazioni adeguate, per tutto il tempo dedicato e per tutte le pratiche che avevamo svolto. Chierichetti mi dice che inoltrerà la mia lamentela all’ufficio Cultura del Comune di Milano. Dopo un po’ mi riscrive e mi chiede se saremmo stati disposti a fare almeno quattro concerti in periferia. Rispondo che a noi va bene suonare in strada, non importa farlo necessariamente in centro.
Chierichetti dice ancora che mi proporrà quattro date e che io, dalla mia, devo mettere per iscritto che le faremo. A quel punto il Comune di Milano ci avrebbe permesso di fare anche un concerto in Duomo».
Entriamo in contatto con il programma Eventi di quartiere
«Mi scrive il Comune di Milano dicendo che sapeva che avevo risposto positivamente alle quattro date e mi chiede un incontro per conoscerci. Mi sembrava una cosa un po’ strana… Fatto sta che mi riceve una dirigente che mi spiega che stanno dando vita a un nuovo programma che si chiama Eventi di quartiere – allora erano 22 aree adesso sono molte di più – per portare cultura, arte e socializzazione nelle periferie dove non va nessuno. Se per esempio sei uno che fa il mercato se fai almeno quattro bancarelle nelle periferie ti fanno pagare l’occupazione del suolo pubblico solo con il prezzo del valore di listino e ti danno poi la possibilità di andare nelle zone centrali (per esempio Duomo e San Babila) allo stesso prezzo. Questo è un bando che c’è ancora, è il terzo anno che lo rinnovano.
Questa dirigente mi dice che hanno contattato dei musicisti ma che nelle periferie non ci vuole andare nessuno e che quindi erano molto contenti che noi avessimo accettato.
Noi adesso più o meno due volte all’anno andiamo in Comune, definiamo le date per dare la possibilità ad altre strutture di sapere che saremo in quella piazza. In questo modo se qualcun altro si mette vicino a noi la cosa diventa più interessante.
Si è instaurato un bel rapporto con il Comune che per esempio ci ha chiamato per dirci che in una certa zona sarebbe andato un saltimbanco e se ci andavamo anche noi.
Avevamo tutto il programma fino a settembre ma col Covid è saltato completamente. Abbiamo fatto la data di febbraio in Lambrate e poi abbiamo ripreso in Corvetto post Covid (26 luglio). Ancora Corvetto non è dentro Eventi di quartiere, è una postazione nuova, ma la filosofia è quella».
Da ottobre riprenderemo i concerti
«Per il momento abbiamo una data fissata in centro per il 4 ottobre all’Arco della Pace, ma da novembre riprendiamo la periferia.
Gli orari messi a disposizione dal Comune sono dalle 14 alle 16, dalle 17 alle 19, dalle 21 alle 22. Quest’ultima fascia oraria per noi non va bene perché facciamo troppo casino. Dalle 14 alle 16, che è un orario sfigatissimo, lo usiamo in inverno. Di solito io prima vado a fare i sopralluoghi e per l’inverno se vedo che ci sono i lampioni che illuminano la zona scegliamo dalle 17 alle 19 anche se fa più freddo. D’inverno per sopportare il freddo ci siamo attrezzati: abbiamo il vin brulé!»
Per il progetto del fumetto vi siete avvalsi della collaborazione con Folco Orselli. Come è nata?
«È stata una piacevole scoperta perché io ascolto prevalentemente musica jazz. Lui è un cantautore e fa molto blues però non lo avevo mai conosciuto molto anche se siamo quasi coetanei. È successo che ci siamo trovati per caso in alcuni palinsesti a suonare nello stesso posto e al primo maggio al Bonaventura dove noi abbiam sempre suonato e dove ha suonato anche Folco.
Nei primi mesi del 2019 scopro poi da un’intervista che Folco ha lanciato questo programma sulle periferie. Lui non sapeva che suonavamo in Eventi di quartiere oramai da diversi mesi e noi non sapevamo che lui stesse facendo quel progetto lì.
Perciò ho deciso di scrivergli e lui mi ha detto di esserne contento e che magari ci saremmo incontrati per le riprese dei cortometraggi che stava – e sta ancora – girando sulle periferie e che avrebbe potuto anche coinvolgerci».
Folco ci ha regalato Periferia
«Quando poi ho pensato di fare il fumetto dato che a me Folco piace tantissimo come paroliere, perché scrive dei testi molto belli, gli ho chiesto se gli andava di fare una sorta di prefazione e lui, del tutto gratuitamente, si è messo subito a disposizione, ha voluto vedere l’anteprima del fumetto. Io gli ho mandato la storia, poi alcuni bozzetti che avevo cominciato a fare con Nobez. Gli è piaciuto tutto molto e mi ha detto subito di sì. A un certo punto mi ha chiamato dicendo: “Ce l’ho”. Ed era pronta Periferia, io l’ho letta e mi è piaciuta molto. Lui ce l’ha regalata.
Domenica 11 ottobre al Bonaventura, che peraltro è parte del fumetto, faremo alle 17 una presentazione del cortometraggio, un concerto della OMBO di circa un’ora, un po’ di dibattito con Nobez e poi Folco farà un reading delle poesie con accompagnamento musicale».
E dell’animazione del fumetto che cosa ci racconti?
«Durante il Covid ho pensato di fare l’animazione del fumetto perché le tavole le avevamo già e quindi sarebbe bastato provare ad animare la storia su due dimensioni muovendo un po’ le pagine avanti e indietro, aggiungendo semplicemente un po’ di effetti. Ci siamo affidati a Silvia, la nostra cantante che aveva già girato il nostro cortometraggio di due anni fa, che si è resa disponibile ma ci ha chiesto di preparare prima lo storyboard.
Abbiamo proceduto a ritagliare la storia per renderla fluida, lei la ha animata e nell’animazione abbiamo inserito il punto in cui Ylenia canta – che c’è già nel fumetto -. Io poi sono andato in studio dove abbiamo registrato il disco, gli abbiamo messo sotto i brani musicali e gli effetti sonori e poi ognuno di noi ha letto con il telefonino la sua parte e mi ha inviato i file. Alla fine li abbiamo montati in studio, abbiam messo sotto gli effetti speciali (la sirena, il telefono, le porte che si aprono, gli spari) e in due-tre mesi di lockdown circa abbiamo realizzato anche il cortometraggio.
Il trailer, invece, avevamo pensato di utilizzarlo per la presentazione che avremmo dovuto fare sempre al Bonaventura il 26 aprile. Per il trailer abbiamo chiamato Andrea Failla che è un doppiatore professionista».
Il futuro come sarà per voi? Continuerete a suonare nelle periferie?
«Il progetto delle periferie va avanti nel 2021 e probabilmente anche nel 2022.
Noi della OMBO non sapevamo che cosa sarebbe stata questa esperienza delle periferie ma a oggi ti posso assicurare che tutti noi siamo convinti che sia un’esperienza irrinunciabile, è una cosa molto bella.
Ci sono persone che ci continuano a seguire perché ci hanno conosciuto nelle piazze. Il rapporto che si instaura nella piazza è esponenziale rispetto a quello dei club. In un club circa il 50% delle persone si fa i fatti suoi, ed è giusto così peraltro. Se vendi 2-3 dischi è tanto. Fai conto che noi in piazza ne abbiamo sempre venduti 15-18 che è tanto per un cd che costa 15 euro. Il motivo è che in piazza la gente se si ferma è perché ha deciso di ascoltarti, non perché va in un locale dove c’è la musica».
Le storie dei quartieri periferici sono piene di umanità
«Quando abbiamo suonato in zona Mac Mahon dalle 14 alle 16 come pubblico avevamo tutte le badanti slave che erano in pausa e dopo alcune sono tornate con il vecchietto sulla sedia a rotelle.
A Niguarda a un certo punto una signora brasiliana di 80 anni che sembrava un po’ una barbona inizia a guardarci intensamente e a un certo punto tira fuori un’armonica e si mette a suonare con noi – ed era perfettamente in tonalità -. Poi dopo il concerto abbiamo chiacchierato, ci ha raccontato che suonava ai tempi di Woodstock.
A Dergano una coppia di anziani si è messa a ballare, erano bravissimi ballerini di coppia.
A Quarto Oggiaro erano in quattro a vedere – una piazza difficilissima – però c’era un senegalese che quasi piangeva dall’emozione, che ci ha detto che lì non andava mai nessuno, che c’è solo la droga, che una cosa così non la aveva mai vista.
E poi cosa aggiungere… c’è sempre qualcuno che ci fa tantissime foto e poi ce le manda».
La narrazione proseguirà? Avete in mente un altro fumetto o qualcos’altro?
«Io so già cosa fare ma non te lo dico, comincerò quest’estate a studiare e a preparare il nuovo lavoro che verrà pronto più o meno fra due anni. Sono lavori lunghi, ci vuole tempo perché sono homemade ma se vuoi farli di qualità non devi avere fretta».
Continuerete a suonare anche dentro i locali?
«Assolutamente sì. Adesso bisognerà capire con il Covid come fare perché noi siamo in tanti e purtroppo la regola è che i musicisti devono stare a un metro di distanza. Noi già siamo in tredici quindi o si suona in teatro o dove si va?
Dopo Corvetto abbiamo suonato il 30 luglio a Cernusco in un locale che si chiama La Filanda, il concerto è andato molto bene, abbiamo venduto nove fumetti che non è poco a 15 euro, è stato molto piacevole.
A settembre comincerò a verificare se riusciamo ad accedere in altri locali oltre al Bonaventura. Quindi l’idea rimane di fare un concerto al mese nelle piazze e ogni due mesi circa in un locale».
Il cd si può acquistare anche su Amazon?
«Su Amazon e Kindle trovi il fumetto in ebook. Il cd no perché con Amazon era troppo complesso. Su Kindle il fumetto lo puoi scaricare free. Ho visto che 120 persone lo hanno fatto e questo mi ha reso contento. Se uno va su Kindle a 2,99 euro e poi va su Spotify trova tutto in digitale. Nel cd, cosa che non c’è su Spotify, sono presenti gli interventi dei cantanti originali. Se lo ascolti sentirai che alla fine di molti brani c’è qualcuno che parla in inglese. Ecco, sono i compositori di quel brano che deve incominciare o che è appena finito. La gente non lo sa e magari non se lo aspetta. Ci sono delle frasi molto belle, molto interessanti che parlano del potere della musica – che poi è un po’ anche il messaggio di Blues Saves the World – e del potere dei luoghi».
* La OMBO: chi è e come nasce
La Open Mouth Blues Orchestra nasce nel 2007 per suonare, creare e interpretare con una “piccola orchestra” di 13 elementi, la musica Blues, Soul, Funk e Jazz, prevalentemente degli anni ’60 e ’70; per portare in primo piano la componente strumentale e l’improvvisazione collettiva tipica del Free Jazz afroamericano, proposto in un contesto Blues; per suonare la Great Black Music.
I componenti dell’orchestra
- Silvia Rainoldi – Voce
- Ylenia Danini – Voce
- Andrea Depau – Voce
- Andrea Cagnetta – Basso
- Guido Masson – Batteria
- Gaetano Cappitta – Percussioni
- Pino Cagnetta – Chitarra
- Giustino Meli – Chitarra
- Giampaolo Berrettini – Piano, Hammond, Synth
- Mirko Nosenzo – Sax Contralto, Soprano, Flauto
- Amedeo Azzalin – Sax Baritono, Tenore
- Luigi Ducci – Tromba, Flicorno
- Lorenzo Vergani – Sax Tenore, Direzione
Il repertorio e dove suona la OMBO
Oltre a brani originali, la OMBO interpreta la musica Jazz di Roland Kirk, della Art Ensemble Of Chicago, Archie Shepp, Billie Holiday, Horance Silver e di Mary Lou Williams, insieme ai Blues (al Funk e al Soul) di Muddy Waters, Blind Willie Johnson, Stevie Wonder, Marvin Gay, Otis Redding, Aretha Franklin, Staple Singers, Ike e Tina Turner, Ray Charles, Blind Faith, Bob Marley… artisti, storie e musica che arricchiscono il progetto Free Blues della OMBO.
Il repertorio si arricchisce ulteriormente con lo spettacolo “La Musica nera come non l’avete mai parlata”: uno spettacolo di Musica e Voce Recitante, in cui il Blues si impersonifica e intrattiene il pubblico parlando di se stesso, del suo popolo e del suo mondo, con poesie e racconti.
Dal dicembre del 2018 la OMBO si esibisce una volta al mese nelle piazze della periferia della grande Metropoli di Milano, con il Busker Tour Ombo da Marciapiede. L’iniziativa ha l’obiettivo di portare cultura, attività e aggregazione, nelle zone periferiche.
Sempre nel 2018 la OMBO ha svolto un “viaggio musicale” in Senegal, ospitando alcuni musicisti locali nella propria formazione. L’orchestra ha tenuto due concerti sull’Isola di Gorée/Dakar, presso il “Centro Sociale Boubacar Joseph Ndiaye” in collaborazione con il musicista di Kora Cissokho Karamo e presso il locale “Dolce Vita” in collaborazione con il gruppo di percussionisti “Siko Band di Gorée”.
Produzione
– 2012: About Blue (CD)
– 2017: Pusherman/Mister Magic (Vinile – 45 giri)
– 2018: Cortometraggio Pusherman
– 2020: Street Off (Blues Saves the World), l’ultimo progetto della Open Mouth Blues Orchestra: una novel story ambientata a Milano, fra Turro e Viale Padova, con un CD musicale contenente 9 brani, come inserto al fumetto.
Il progetto Street Off – Blues Saves the World
Si tratta di una novel story ambientata nella periferia di Milano, disegnata da Filippo Benzoni (aka Nobez), con un CD in inserto che include 9 brani musicali: la colonna sonora di questa storia. Il riferimento stilistico scelto per il progetto Street Off è la Blaxploitation degli anni ’70. Registi e attori neri, i loro ghetti, i modi di vestire e di fare musica, elementi polizieschi e noir, sono gli ingredienti di questo genere, in cui spesso gli eroi sono donne. Tutto è esagerato, pieno di stereotipi, i tempi sono veloci e la fotografia lascia spazio alle strade, alla gente di passaggio, ai palazzi… Shaft, Superfly, Foxy Brown, sono pellicole indelebilmente legate alla loro musica. Isaac Hayes, Curtis Mayfield, Willie Hutch hanno composto le colonne sonore entrate nel nostro immaginario: ci proiettano subito in questi luoghi, in questi loro colori, nell’Harlem degli anni ’70, con quel ritmo tipico e scorgiamo un afroamericano che sta camminando in jeans a zampa di elefante e cappotto di pelle nera…
In periodo di Covid abbiamo deciso di dar vita al fumetto, creando un video/cortometraggio animato, che puoi vedere a questo link:
Street Off è la scelta della periferia di Milano, quella di Loreto, Governo Provvisorio, Padova. La città occupa lo spazio del disegno con i suoi graffiti, le strade, i ponti, l’uomo che consegna il cibo con la bicicletta, la nonna che fa la spesa nei negozi sotto casa, la ragazza con il cappuccio della felpa sulla testa. L’Arci Turro e il Bonaventura sono i luoghi della musica e gli stereotipi mettono il cappotto lungo al cattivo, il sangue sgorga dalla gola e omaggia Tarantino e il suo Pulitore. Le donne sono le protagoniste: Blue Valentine è la regina stronza della Black Music, Ylenia è la Cenerentola e Silvia la poliziotta che guida le indagini. Ma è ancora una volta la Musica a essere il vero eroe: nel momento del bisogno troviamo un uomo cieco che suona il Blues a indicarci la strada, a catturare i cattivi, ad accompagnare Cenerentola verso il successo e a proteggerla per il futuro. L’atmosfera è cupa e profuma del caffè della notte, i colori principali sono quelli del bianco e del nero, ma ogni tanto altre tinte catturano l’attenzione del lettore.
I personaggi
sono interpretati dai musicisti della Open Mouth Blues Orchestra. Silvia Rainoldi la poliziotta, Ylenia Danini la Cenerentola e Andrea Depau il Pulitore, sono le voci; Pino Cagnetta e Amedeo Azzalin, delinquenti spietati, rispettivamente chitarra e sax baritono; Andrea Cagnetta e Guido Masson, venditori di hot dog, basso e batteria; Gaetano Cappitta, in uniforme blu, alle percussioni; gli agenti Mirko Nosenzo e Giampaolo Berrettini suonano il sax contralto e il pianoforte; Luigino Ducci, il sadico pazzo, è il trombettista; Giustino Meli, il bluesman cieco, non poteva essere che un chitarrista; infine Lorenzo Vergani, cattivo fra i cattivi, suona il sax tenore.
Meritano una menzione particolare due ospiti d’eccezione: Tiziano Tononi che affianca Gaetano Cappitta alle percussioni in Attica Blues, Strange Fruit e Spirits up above/Volunteered Slavery; la prefazione di Street Off è una poesia scritta da Folco Orselli, dal titolo Periferia, introduzione perfetta a questa storia, che ben rappresenta il mondo in cui lo stesso Folco si muove artisticamente.
Il messaggio è chiaro: guardatevi in giro, ascoltate molto di più di quello che può darvi “il centro” e scoprirete che gli artisti che hanno partecipato attivamente, spesso come precursori, alla nascita e all’evoluzione di questa musica, si trovano in posti inaspettati. Spesso in periferia.
Distribuzione del cd
– Versione cartacea con CD allegato, disponibile ai banchetti organizzati in occasione dei concerti della Open Mouth Blues Orchestra;
– Versione Fumetto eBook/Kindle, disponibile sulla piattaforma Amazon;
– Versione digitale del CD, disponibile nelle principali piattaforme di Streaming e di distribuzione di musica digitale.