CIAO GIAMPIERO, nostro amato “Bisteccone”

Se ne è andato, sebbene la stazza, in punta di piedi, da vero signore qual era. Dello sport e non solo. Un uomo amatissimo da colleghi, amici e da tutti noi italiani che, insieme e grazie a lui, ci siamo sentiti rappresentati e uniti come italiani innamorati del nostro Paese e di quello che rappresenta nel mondo.

Qui un ritratto del Galeazzi nazionale.

Ciao Giampiero, nessuno si dimenticherà di te, il tuo vocione risuonerà a lungo nelle nostre orecchie

di Stefano Fornaro

I suoi colleghi lo chiamavano “Bisteccone”. E così lo chiamavamo anche noi, pur senza aver mai avuto la possibilità di conoscerlo.
Un soprannome dovuto non tanto alle bistecche che mangiava – chi non ricorda gli sketch satirici di “Gommapiuma”! – quanto perché era di stazza possente.
Eppure nessuno di noi ha mai avuto il piacere e l’onore di potersi accomodare a tavola con Giampiero Galeazzi. Un vero peccato perché, a meno che l’apparenza della tv inganni, Giampiero deve essere stato un uomo di cordialità e spirito leggero.
Ma sia per gli ex colleghi RAI sia per noi, il tempo, come sempre, ci ha anticipato.
E sabato a mezzogiorno sul web è arrivata la notizia di sapore acidissimo.
C’è chi all’inizio ha pensato si trattasse della solita solita fake news”. Lo avremmo preferito ma stavolta è accaduto veramente.

Giampiero Galeazzi ci ha lasciato. Nell’anno in cui se ne sono andati Gianfranco D’Angelo, Franco Battiato, Raffaella Carrà, Carla Fracci e Gino Strada. E ancora… Wilbur Smith, Charlie Watts, Jean Paul Belmondo. E non li abbiamo citati tutti!
Insomma, Giampiè sei in buona compagnia lassù…

Galeazzi: telecronache Abbagnale al cardiopalma


Tifoso laziale, mai troppo nascosto, Galeazzi è diventato una star della telecronaca sportiva, al pari di un Martellini o di un Pizzul, con le sue gaudiose e memorabili dirette delle gare di canottaggio italiano.
Non c’è un italiano sportivo – classe’80/’89 – che non ricordi gli attimi finali delle gare di questa disciplina.
Se i fratelli Abbagnale sono conosciuti, nonostante non siano calciatori di serie A, gran merito va anche a quella voce che esaltò le loro imprese ben oltre ogni capacità.
Quanti di noi si mettevano davanti a quella che era la tv via cavo e si godevano quei 10’ di telecronaca di Giampiero Galeazzi?
Sembrava più un loro tifoso, un loro amico, un loro fan che un telecronista. Aveva un innato e irraggiungibile patriottismo made in Italy. Abbinava la competenza di un giornalista in diretta a un pathos “quasi commuovente” ed esaltante.
Lo scatto finale, quello dove l’Italia tutta si esaltava, andava in un crescendo da climax poetico che regalava un senso di pienezza e gioia alle sue telecronache.
Urlava con stile, senza mai trascendere nell’esagerato o nel farsesco.
E non lo faceva solo con il canottaggio, NO. Lo faceva con tutto ciò che era sport.

Giampiero Galeazzi: conduttore tv


Chi di noi non lo ricorda con il suo aplomb, la sua eleganza e la sua cordiale famigliarità quale conduttore di Novantesimo minuto?
Sapeva con due parole introdurre un highlights e commentare la giornata di serie A. Il suo vocione, quasi baritonale, era perfettamente controllato, a tal punto che, se ripensavamo allo scatenato sportivo patriottico del canottaggio, quasi ci immaginavamo due figure diverse.
Perché lui, al di là della fede biancoceleste (svelata poi in una celebre diretta in curva laziale) riusciva a empatizzare con tutta la sua categoria professionale e il contesto che gli stava attorno. Sapeva diventare, quasi fosse un camaleonte, un perfetto inviato da bordo campo o il classico intervistatore del dopo partita.
Capiva e assaggiava lo sport come pochi altri hanno fatto e fanno nella sua professione.

Galeazzi e lo scudetto del Napoli


Come non possono dimenticarlo i ragazzi di Napoli, quelli di Ferlaino e Maradona, quando si ritrovò nello spogliatoio dei neo campioni d’Italia a festeggiare con loro lo scudetto dell’impresa impossibile.
E anche lì Galeazzi riusciva a entrare nei cuori dei ragazzi e dei tifosi partenopei con un trasporto tale che sembrava un vero tifoso di quella squadra.
Ancora è viva – nei documentari e nei celebri film su Maradona – la spruzzata di spumante, anzi il bagno di spumante, che quel pomeriggio Giampiero si ritrovò addosso. Ma la felicità di quella città e per quella professione era tale che nemmeno forse se n’era accorto.

La carriera: giornalista, reporter, cronista e uomo di spettacolo


Sappiamo bene che esiste il giornalista critico e supponente che non le manda a dire agli allenatori e che si diverte a trovare sempre il cavillo negativo. E poi ci sono quelli come lui, come Giampiero Galeazzi, che sapeva fare il proprio dovere e lo faceva con una passione inedita.
D’altronde se uno come Lino Banfi l’ha voluto come piccola comparsa in L’allenatore del pallone vuol dire che la macchina da presa non lo spaventava proprio.
Ma Galeazzi non è stato soltanto un giornalista.
Inizialmente da giovane aveva ereditato dal padre l’agonismo (ex campione di canottaggio). E così aveva cominciato la propria vita sportiva dalla canoa. Aveva vinto il campionato italiano singolo nel 1967 e il doppio nel ‘68.
Mentre ancora era nella canoa fu chiamato come cronista e giornalista alla RAI.
Qui iniziò una carriera fatta di telecronache e servizi fra Olimpiadi e campionati internazionali.
Noi lo ricordiamo, per l’appunto, per la telecronache della canoa, ma fu molto abile anche a seguire il tennis e il calcio.
Il suo volto si associa alla Domenica Sportiva, a Mercoledì Sport, a Notti Mondiali ed Europee.
La sua verve e la sua simpatia erano tali che anche Pippo Baudo lo volle come ospite al suo Festival nel 1996.
Perché lui non era solo giornalista, reporter e cronista. Era un uomo di spettacolo. Sapeva ridere e far ridere, senza mai sbottonarsi troppo.

Giampiero Galeazzi e la malattia

Da tempo, a 75 anni ormai inoltrati, soffriva di una malattia molto pesante: il diabete. Di quelli poco curabili, di quelli che ti costringono a chiuderti in te stesso.
E infatti noi non lo vedevamo più sul grande schermo da un po’.
Ma come tutti i grandi, anche quando non sei presente, nessuno si dimentica di te.
E nessuno italiano si dimenticherà mai di Giampiero Galeazzi.
Ora, oggi, nel momento del cordoglio, tutta l’Italia sportiva ti saluta.
E lassù ci sono i grandi che ti aspettano: Nicolò Carosio, Nando Martellini, Maradona e tanti altri…

Ciao Giampiero. Non ci dimenticheremo di te.

Post Author: Valeria Cudini

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