LA NOSTRA ESPERIENZA AL “GIARDINO DI GIADA”

Alcuni giorni fa noi di #alpassocoitempi abbiamo avuto la possibilità di conoscere Il Giardino di Giada e di provare la sua cucina. Davvero un grande onore per noi che non avevamo ancora avuto l’occasione di sperimentare un ristorante che a Milano propone i sapori della cucina cinese più autentica

di Valeria Cudini

Appena si entra nel Giardino di Giada si respira da subito un’aria di familiarità e gentilezza. Il locale è elegante, il design è classico e si percepisce che non c’è volontà di urlarci a tutti i costi, anche dall’arredamento, che vivremo un’esperienza orientale lontana dal nostro comune sentire.

Interno Giardino di Giada

Gigi Chan, figlio di Carmen, ci conduce con sapienza, precisione e cura, e a piccoli passi ben guidati, nel mondo autentico dei piatti della tradizione cinese, in particolare di quella cantonese. Ci sentiamo coccolate e invogliate a sperimentare i piatti tipici affidandoci ai consigli del bravissimo Gigi che ci racconta dei piatti ma anche molto della storia di questo locale storico per Milano, nato all’ombra della Madonnina nel lontano 1976. Al tempo si chiamava La Muraglia ed era il primo locale di cinesi provenienti dalla Cina continentale.

Gigi Chin e la madre Carmen_credits Annalisa Cimino

Nel 1980, poi, il locale cambia nome e diventa l’attuale Giardino di Giada con la stessa anima dell’esperienza precedente. La missione, infatti, rimane la stessa: portare in tavola i piatti della tradizione cinese in tutte le sue sfaccettature. La scelta in cucina è stata ben precisa: non proporre piatti “contaminati” ma restare fedeli a una cucina tradizionale di alto livello dai gusti semplici, lineari e ben identificabili.

Se scendiamo un po’ più nel dettaglio, un grande classico che non si può non provare è il branzino al vapore perché nella sua semplicità è di una bontà disarmante, cucinato con le sue verdurine tagliate sottili sottili e la sua soia. In verità ero un po’ perplessa su questa proposta così semplice. Chiaramente mi sbagliavo. Il branzino più buono, succoso e ben cotto mai mangiato in tutta la mia vita.

Branzino al vapore

Oppure si possono sperimentare i sapori piccanti in moltissime varietà. Il nostro consiglio, se siete abituati a sapori forti, è di non perdervi l’assaggio dei ravioli in salsa piccante. Una scossa d’avvio menu (perlomeno il nostro) che vi predisporrà di buon grado a qualunque tipo di assaggio.

Ravioli in salsa piccante

I piatti del Giardino di Giada sono eleganti, chiari nella precisione degli ingredienti utilizzati e dalla materia prima sempre di grande qualità.

Il proprietario Gigi Chin e lo chef Zhao_credits Annalisa Cimino

Il rigore nell’esecuzione del giovane chef Zhao, degno erede del precedente chef Dong, che per ben venticinque anni ha messo la firma sui sapori del Giardino di Giada, ci regala, per esempio, un’anatra alla pechinese preparata con tutti i crismi. Si degusta scaloppata e messa all’interno di una specie di piadina sottilissima insieme al porro e alla salsa bruna di accompagnamento. Un piatto che ha in sé un’anima lussuriosa, e che ci consegna la cucina cinese genuina e anche, in un certo qual modo, regale.

Anatra alla pechinese

Raccontiamo in ordine sparso il nostro percorso di degustazione perché, a differenza della cucina occidentale, le proposte orientali, anche le più tradizionali, si presentano, spesso e volentieri, in un’ampia offerta sulla tavola, ovvero vengono proposte in contemporanea.

A un certo punto del pranzo, infatti, avevamo in tavola, oltre all’eccellente branzino di cui abbiamo già parlato, delle meravigliose puntine di maiale in agro-dolce e della pancetta alla poeta stufata che si scioglieva letteralmente in bocca.

Puntine di maiale in agro-dolce

Di accompagnamento, come nella migliore tradizione cinese, si beve tè o verde o al gelsomino come abbiamo fatto noi.

Di dessert provate le frittelline di fagioli rossi (sicuramente avranno un altro nome!) per una chiusura davvero in bellezza.

Noi torneremo sicuramente per rivivere un’esperienza cinese autentica anche senza aver viaggiato, un momento speciale da gustare con lentezza. Chapeau!

Post Author: Valeria Cudini

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