Road2Sardinia, un documentario di viaggio alla scoperta di una Sardegna sostenibile e nascosta

Il progetto, nato in seno al lockdown, parte dall’idea di Simone Ripamonti ed è patrocinato dalla Regione Sardegna. Racconta l’isola  nei suoi lati più intimi attraverso personaggi e racconti di persone che caratterizzano fortemente questi luoghi. Alessandro Delfiore ha intervistato per noi il suo fondatore

A cura di Valeria Cudini

Intervista di Alessandro Delfiore

Road2Sardinia 2020

Road2Sardinia è un format che guida i viaggiatori all’acquisizione di nuovi modelli consapevoli di mobilità sostenibile. Tale progetto è patrocinato dalla Regione Sardegna come concessione patrocinio “gratuito” da prot. N. 1629/Gab del 10/06/2020.

Road2Sardinia delinea la strada da percorrere per raggiungere il benessere delle persone attraverso uno stretto legame con l’ambiente e la popolazione locale che lo abita. Esperienze di viaggio in condivisione nel rispetto dei valori, della cultura, delle tradizioni di comunità che affondano le proprie radici nel passato provando a farsi strada nel presente per creare un futuro sostenibile.

La produzione

Il programma prevede episodi video-documentati con una serie di racconti di viaggio a contatto con la natura rivolti a un pubblico di bambini, adolescenti fino all’età adulta e terza età.

Road2Sardinia – Episodio 1

In tutte queste occasioni il team Road2Sardinia2020 è impegnato con la strumentazione tecnica in dotazione al video maker per la produzione con mezzi televisivi, fotografici o cinematografici di spot per valorizzare il territorio e le PMI e gli artigiani locali ma anche i partner che stanno aderendo al progetto numerosi.

Alcuni protagonisti di Road2Sardinia

Simone Ripamonti

Nasce in Sardegna nel 1983 a Sassari e cresce giocando in strada con gli amici. Pratica sport sin da piccolo e ha la fortuna di esplorare il mondo viaggiando insieme ai genitori e alla sorella. Dopo il liceo scientifico si iscrive a Scienze Motorie e Sportive allo IUSM di Roma e fa un Erasmus in Portogallo.

Nel 2005 prova un anno di università a New York ma il costo eccessivo non gli permette di proseguire. Dopo una laurea triennale passa due mesi in California e poi si iscrive alla specialistica in Scienza e tecnica dello sport a Roma.

Nel 2008 è letteralmente catapultato nel paradiso del calcio: il Real Madrid. Per Simone sarà un’esperienza di lavoro indimenticabile con la prima squadra di Raul, Cannavaro, Robinho e altri campionissimi e la vincita della famosa Liga Spagnola. Poi c’è il viaggio in Australia a Sydney per aggiornarsi sulle tecniche di allenamento e prevenzione dello sport australiano. E poi di nuovo in Italia nel 2010 a Genova, sponda Sampdoria, dove lavora come preparatore nel settore giovanile della società ligure.

Nel giugno 2011 è a Dubai con l’Al Nasr, squadra degli Emirati Arabi, allenata da Walter Zenga, e nel novembre 2011 frequenta il corso di Coverciano.

Nel 2012 torna a Cagliari e inizia la sua prima esperienza nella Serie A italiana di calcio con il Cagliari come preparatore responsabile del recupero infortunati prima squadra.

In seguito il ritorno a Sassari dove, insieme ad amici e colleghi di Scienze motorie fonda un’associazione sportiva dilettantistica – Sardegna Sport Lab -, il cui principale obiettivo è la formazione e fornitura di servizi professionali in metodologia di allenamento per squadre e singoli atleti.

Nell’ottobre 2013 si trasferisce in Australia esperienza che gli permette di lavorare presso il Club di Calcio dei Melbourne Heart FC come responsabile della preparazione fisica della prima squadra e coordinatore dell’area Sport Science.

Rientrato in Italia, dal 2015 è un libero professionista nel settore sportivo e benessere, formatore per enti di promozione sportiva e imprenditore di Auramat, prodotti per l’automassaggio riflessogeno e autostimolazione mio-fasciale.

È  in procinto di aprire uno studio di personal training e small group a Cagliari.

Nel periodo del lockdown ha dato vita al Progetto Road2Sardinia di cui vi parla nell’intervista condotta da Alessandro Delfiore.

Simone Ripamonti

Alessandro Delfiore

Ha 38 anni, laurea in Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo a Sassari. Vive a Milano da 13 anni, ama i viaggi, la cultura, lo sport, il benessere, le notizie raccontate in profondità, senza fretta, senza cercare per forza il consenso. Collabora con GuidaExpress, Tifoblog, Calcio Femminile Italiano, SpazInfiniti, Il Basso, FocuSardegna e ha collaborato con Telegi, Die Brücke, Ffuβball, Pluralia Tv, 32.org, Reporters, Sardegna Magazine tra gli altri.

L’intervista a Simone Ripamonti di Alessandro Delfiore

Come è nato Road2Sardinia?

Road2 Sardinia nasce quasi per caso. Durante il periodo del lockdown ho dovuto sospendere l’attività di personal training e lavorare in modalità smart working grazie alla collaborazione con l’università di Scienze motorie di Cagliari. Avevo in programma alcuni viaggi di lavoro sia in Italia sia all’estero in India e Giappone per seguire atleti della Nazionale di scherma della Virtus Bologna, ma sono stato costretto a rimandare l’esperienza al 2021.

Così, spinto da un forte desiderio di voler conoscere una Sardegna più intima e appartata in un momento storico dove l’isola non sarebbe stata presa d’assalto dai turisti, è nata l’idea di raccontare un viaggio esperienziale.

Durante alcune conversazioni con amici ho condiviso l’esigenza di un rilancio economico e sociale, in chiave turistica, della mia terra e, allo stesso tempo, il desiderio di voler vivere questa esperienza a contatto con persone che avessero a cuore temi ambientali, culturali e sociali.

Così è nata Road2Sardinia, un percorso attraverso l’isola fatto di tanti piccoli passi per scoprire stili di vita e di turismo sostenibili. Grazie a video-episodi condivisi su social e piattaforma web tv, gli “attori” coinvolti come piccoli artigiani, allevatori, pescatori e guide è possibile osservare e conoscere le bellezze naturalistiche e paesaggistiche oltre alle tradizioni e alla cultura di questa terra.

Le tappe di Road2Sardinia

Il progetto Road2Sardinia è incentrato su wellness, benessere, turismo paesaggistico. Ci racconti qualcosa in più sulla squadra che hai composto?

Sono molto felice di poter dire che la nostra squadra è costituita prima di tutto da grandi amici che da subito hanno condiviso con me l’idea portata avanti dal progetto con grande entusiasmo e passione al punto tale di decidere di dare il proprio contributo a titolo gratuito per la riuscita del documentario come investimento personale. Ognuno di noi ha delle competenze diverse: penso a Giovanni Saturno, video-maker, ma anche ad Alessandra Vecchi, grafica. A loro poi si stanno aggiungendo collaboratori esterni che, una volta venuti a conoscenza del progetto, hanno deciso di contribuire con le loro competenze in ambito di web marketing.

Come ha influito il lockdown sulla tua attività? Ti ha dato nuove energie per ripartire?

Come già ti accennavo prima, il lockdown è stato un duro colpo. Stavo iniziando a stabilizzarmi dal punto di vista economico e a creare dei nuovi progetti inerenti la mia professione che ho dovuto momentaneamente accantonare. Nonostante questo, però, ho deciso di approfittare di questi mesi per riordinare le idee e cercare di crearmi delle nuove opportunità che potessero dare risalto alla mia terra e ai suoi abitanti.

La tua esperienza nel calcio in Spagna. Raccontaci quando hai lavorato al Real Madrid e le tue esperienze nel mondo del pallone.

Quando alla specialistica ho vinto una borsa di studio per svolgere un tirocinio professionale al Real Madrid, uno dei Club di calcio più prestigiosi al mondo, ho subito pensato che quella fosse la più grande occasione professionale della mia vita ed in realtà lo è stata. Avevo solo 24 anni.

Ricordo con grande orgoglio il mio primo giorno al campo sportivo di “Valdebebas” quando mi hanno consegnato l’attrezzatura con lo scudo reale: mi sono subito guardato nello specchio dell’armadietto dello spogliatoio dello staff! Quando mi hanno detto che da lì a pochi minuti sarei stato presentato alla squadra, nella quale all’epoca giocava il capitano della Nazionale italiana campione del mondo nonché il vincitore del pallone d’oro Fabio Cannavaro, mi sono sentito come in un sogno! Ho vissuto l’esperienza più bella è difficile della mia carriera che mi ha formato sia dal punto di vista umano sia professionale.

Quella stagione, 2007-2008, il Real Madrid vinse la sua 31^ Liga e ogni volta che rivedo le immagini ancora mi commuovo.

Quella prima esperienza spagnola mi ha permesso di girare il mondo lavorando negli Emirati Arabi a Dubai con Walter Zenga, in Australia con i Melbourne City, con la primavera della Sampdoria e al Cagliari Calcio dell’ex presidente Cellino.

La collaborazione con la Dinamo Sassari – la principale squadra di basket della Sardegna – in che cosa consiste?

La collaborazione con Dinamo Basket Sassari nasce nel 2014 quando un mio collega introduce il Metodo Auramat come strategia di prevenzione infortuni e ottimizzazione della prestazione. Da lì cresce la collaborazione con lo staff Dinamo a tal punto che diventa a tutti gli effetti una metodologia inserita nella routine di allenamento della prima squadra e delle giovanili.

Oggi, dopo sei anni di collaborazione, posso dire di aver contribuito in parte ai numerosi successi di una delle società più rappresentative del panorama cestistico nazionale orgoglio della nostra isola di Sardegna.

Quale è il tuo più grande sogno? Hai vissuto in Australia, in Spagna, Inghilterra. Cosa vorresti fare nei prossimi dieci anni?

Un sogno nel cassetto potrebbe essere quello di lavorare per qualche anno nella Premier League. Ma, se devo essere onesto, ho avuto la fortuna di poter vivere tante esperienze all’estero che mi hanno dato la possibilità di gestire al meglio – o almeno ci provo – quello che faccio: dalla cosa più semplice alla difficoltà più grande.

Proprio queste esperienze mi hanno spinto a ritornare nella mia terra e a decidere di mettermi in gioco qui. Nel mio lavoro e nei progetti che cerco di realizzare in Sardegna introduco sempre parte di quelle esperienze fatte all’estero cercando di portare qualcosa di innovativo e non convenzionale.

Ciò che amo del lavoro qui in Sardegna è la possibilità di poter creare legami umani anche in ambito lavorativo, a differenza delle grandi città dove tutto scorre a ritmi frenetici e dove a volte conta più ciò che fai che “chi sei”.

Come può Road2Sardinia aiutare a veicolare i flussi turistici post-lockdown? Avete avuto il sostegno di qualche ente? Come si può contribuire ad aiutare il progetto?

Il nostro progetto ha il patrocinio della Regione Sardegna, e di questo siamo molto orgogliosi, ma abbiamo scelto di non richiedere alcuna sovvenzione. Il nostro è un progetto autofinanziato anche se in parte abbiamo deciso di attivare una campagna di crowdfunding affinché chi lo desidera possa sostenerci attraverso delle piccole donazioni private o contribuire come può anche con beni materiali. Per esempio i partner che hanno aderito al progetto lo hanno fatto con acqua, pasta, alloggio e altre forme di sostegno.

Sostenere Road2Sardinia

Questo permetterà di documentare il più alto numero di storie ed esperienze che saranno poi condivise sui canali social e web tv e magari – e questo è il secondo sogno – anche di partecipare a qualche festival del cinema.

Ci ha raccontato Giovanni [Saturno ndr] che la protagonista è un’influencer marchigiana. Come mai questa scelta?

Inizialmente avevamo individuato un format che raccontasse la Sardegna dagli occhi di una giovane trainer marchigiana perché volevamo che fosse una narrazione libera da preconcetti e “copioni”.

Poi abbiamo pensato che il coinvolgimento di altri protagonisti diversi per ogni episodio potesse dare al format una ventata di freschezza e variabilità gradita all’utente che può immedesimarsi meglio nel personaggio.

L’intento del progetto Road2Sardinia è infatti proprio di documentare esperienze di visitatori consapevoli attraverso video-episodi esperienziali.

I media locali vi stanno aiutando a diffondere il messaggio di Road2Sardinia? Gli utenti possono contribuire a darvi visibilità?

Abbiamo avuto una buona visibilità su ansa.it che ha condiviso il lancio del progetto e da lì altri portali web  -anche locali – hanno ripreso l’articolo.

Da allora, però, non abbiamo più avuto ulteriore riscontro sui media. Speriamo di poter avere maggiore risalto sui portali web dedicati, su blog specializzati e, perché no, anche su testate giornalistiche locali e nazionali.

La tua è la mia prima intervista sul nuovo blog “Alpassocoitempi”. Cosa ti piacerebbe leggere sul blog?

Buona fortuna Simone e a tutto il tuo Staff per questo importante progetto. Avanti tutta, a gonfie vele Road2Sardinia!

Avrei piacere di leggere testimonianze di persone che vogliono proporsi come modelli virtuosi di cambiamento, che vogliano condividere le proprie opinioni su tematiche ambientali, culturali e sociali.

Ad maiora e buona fortuna a voi!

Post Author: Valeria Cudini

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