RECENSIONE DEL FILM “IL PIANETA VERDE” DISPONIBILE SU NETFLIX

Il Pianeta Verde è un film uscito nel 1996 e firmato Coline Serraut (nota a tutti per Tre uomini e una culla), qui regista, sceneggiatrice e attrice. La pellicola è stata fortemente osteggiata e boicottata per i suoi contenuti altamente critici nei confronti della civiltà industriale. Al cinema pare ci sia stato ma per pochissimo tempo (c’è chi dice che invece non ci sia stato mai – io mi scuso ma al tempo non avevo seguito la questione). È stato bloccato e non pubblicizzato perché ne è stata proibita la visione dall’Unione Europea (pensate!) ma, grazie a un tam tam sotterraneo, il film si è imposto a un pubblico di appassionati e, da qualche mese, è disponibile alla visione su Netflix. Il nostro consiglio è di non perdervelo perché è un vero gioiellino imprescindibile non solo per gli amanti del cinema ma per tutti coloro che hanno a cuore questa umanità

di Valeria Cudini

Sono “inciampata” in questo film più volte; qui a casa lo avevamo inserito nella lista dei film da vedere. Poi, per un motivo o per un altro, abbiamo atteso molti mesi prima di deciderci a vederlo. E menomale che poi lo abbiamo fatto.

A mio avviso è un film imprescindibile che tutti dovrebbero vedere. Se pensiamo che ha più di un quarto di secolo, Il Pianeta verde è di una contemporaneità sconcertante e tocca temi sensibili attualissimi e, anche se tra fiaba e fantascienza, lo fa in un modo talmente diretto da lasciare sbalorditi. Forse per questo ha fatto e fa paura a qualcuno, perché scardina del tutto le regole della nostra società mostrandone tutti i difetti, le incongruenze e gli aspetti più ridicoli. A confronto con Il Pianeta Verde (La belle verte) gli abitanti della Terra si mostrano infelici, soli, contraddittori, condizionati nelle azioni quotidiane del vivere dagli obblighi sociali, disabituati ad amare e a provare gioia autentica. Gli uomini spesso sembrano folli, in preda a inutili attacchi di rabbia, del tutto scollegati gli uni dagli altri, privi di empatia.

Sul Pianeta Verde, al contrario, si vive in armonia con la natura e con gli altri, si mangia ciò che offre la terra e gli animali che la abitano, si condivide tutto, si decide con un’assemblea ogni cosa che c’è da fare: come dividere i compiti e anche, una volta l’anno, quali pianeti andare a visitare. Gli uomini, le donne e i bambini del Pianeta Verde sono felici, trascorrono il tempo giocando, facendo il bagno nel lago e lavorando. Non esiste la proprietà né la moneta. Non c’è inquinamento. Nessuno è il capo… o meglio: tutti lo sono. Ci si cimenta nel diventare più saggi e si pratica, tra le varie discipline, la telepatia.

Nel momento in cui all’assemblea annuale viene chiesto quale pianeta andare a visitare, nessuno ha intenzione di andare sulla Terra. Eppure, dopo un po’ di tentennamenti, si offre per il viaggio Mila (Coline Serraut) di cui scopriremo avere in parte origini terrestri.

Nessuno vuole andare sulla Terra perché dagli abitanti del Pianeta Verde il nostro Pianeta viene considerato arretrato: ci sono ancora le auto che inquinano, il rumore, la moneta, il potere, le ingiustizie, le diseguaglianze tra gli uomini…

Mila sfiderà tutto questo e verrà catapultata a Parigi. Il suo arrivo sarà scioccante: scoprirà persone che usano solo il 10% del loro potenziale, in bilico su un baratro, dato che sono evidentemente arrabbiate e infelici e che, oltre a usare mezzi di trasporto “arcaici” come le automobili e monete per reperire i beni, si nutrono di cibi morti e inquinati.

Mila, però, porta con sé un dono, uno dei suoi poteri che consentirà agli uomini di tirar fuori la loro vera natura sopita da una società che impone regole contro natura.

Il Pianeta Verde è un film in cui la Serraut, mossa da precisi ideali ecologisti, ci conduce in un mondo forse utopico, da fiaba, ma che può e anzi dovrebbe aiutarci a riflettere su quanto e come potremmo fare meglio; su cosa ci siamo persi e ci stiamo perdendo.

Una riflessione profonda dovrebbe probabilmente farci considerare che il vero progresso, forse, non è solo l’avanzare della tecnologia, ma è bensì il desiderio di recuperare un senso di comunità e connessione tra gli esseri umani.

Vivere in semplicità, in armonia con il cosmo ed essendo veramente noi stessi.

Che cosa può esserci, in fondo, di più avanzato e salutare per il nostro Pianeta?

Post Author: Valeria Cudini

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