L’impatto del Covid-19 sull’ambiente

A fronte di aria meno inquinata, mari, fiumi e laghi tornati limpidi è scattato subito l’allarme ambientale a causa dello smaltimento dei rifiuti Covid errato o inesistente

di Francesca Ratti

Che impatto ha avuto il virus Covid-19 sull’ ambiente?

Possiamo rispondere a questa domanda in maniera ambivalente. Se da una parte il lockdown ha fatto sì che l’aria divenisse meno inquinata grazie alla quasi assenza di gas di scarico delle auto e delle aziende, e mari e fiumi abbiano ritrovato la loro limpidezza senza la presenza inquinante dell’uomo, dall’altra, la necessità di un uso quotidiano di guanti e mascherine ha fatto sì che scattasse un nuovo allarme ambientale.

I dati sono davvero inquietanti, si stimano più di 40 mila chilogrammi di plastica dispersi in natura. È quanto emerge dauna ricerca svolta dal Politecnico di Torino in collaborazione con il WWF ITALIA. Donatella Bianchi, presidente del WWF ITALIA,ha lanciato l’allarme, sostenendo che se i dispositivi di emergenza quali mascherine e guanti non verranno smaltiti in maniera corretta,si prospetterebbero 10 milioni di mascherine disperse nell’’ambiente. Visto che il peso di ogni mascherina è di 4 grammi, avremo appunto l’immissione di 40 mila chili di plastica in natura.

Guanti e mascherine vengono gettati ovunque, per le strade, principalmente nei pressi di supermercati e centri commerciali, e in mare, soprattutto vicino ai porti. Questo tipo di comportamento mette a rischio la collettività, avvelenando l’ambiente.

Ma come smaltire correttamente  questi strumenti di protezione?

Sarebbe lecito pensare di poterli gettare nei cestini pubblici, ma in realtà ciò è vivamente sconsigliato anche dalle autorità, in quanto potrebbero essere contaminati dal virus Covid-19. L’Istituto Superiore di Sanità ci viene in soccorso, indicando le linee guida per l’organizzazione della raccolta differenziata,sia per chi è risultato positivo al virus sia per i non positivi.

In caso di positività, è necessario interrompere la raccolta differenziata nella propria abitazione e buttare tutti i tipi di rifiuti in due o tre sacchi inseriti uno dentro l’altro smaltendoli nell’indifferenziata.

Per chi, invece, è negativo al virus è possibile continuare la raccolta differenziata dei rifiuti, con l’eccezione di fazzoletti, rotoli di carta, mascherine e guanti che andranno gettati nell’indifferenziata sempre inseriti in almeno due sacchi uno dentro l’altro.

Per la salvaguardia del nostro ecosistema sarebbe lecito aspettarsi dalle istituzioni una presa di posizione netta, che attui delle politiche chiare a difesa dell’ambiente. Sarebbe sufficiente predisporre dei raccoglitori idonei alla raccolta dei DPI (Dispositivi Protezione Individuale) vicino ai porti, dando la possibilità ai lavoratori di proteggersi e allo stesso tempo di proteggere l’ambiente,  e anche nei parchi, nelle ville, nei pressi di centri commerciali e supermercati.

Post Author: Francesca Ratti

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