LA FONDAZIONE MAGNANI-ROCCA E LA MOSTRA DI FELICE CASORATI

Una delle più importanti istituzioni culturali italiane per l’eccezionalità della Collezione permanente e per la scelta delle mostre organizzate ogni anno in collaborazione con i più importanti musei del mondo. Attualmente in mostra, fino al 2 luglio, Felice Casorati – Il concerto della pittura, una mostra antologica a cura di Giorgina Bertolino, Daniela Ferrari, Stefano Roffi. La mostra ripercorre l’intero arco della produzione pittorica di Casorati attraverso la chiave d’ingresso: la musica. Casorati, la pittura e la musica sono un tutt’uno.

A voi visitatori la scoperta di queste meraviglie che a me, personalmente, hanno colpito in maniera indelebile.

Buona visita!

di Valeria Cudini

Scrivere della Fondazione Magnani-Rocca, ospitata all’interno di quella che è stata battezzata la Villa dei Capolavori, è impresa ardua se non vogliamo rischiare di sembrare eccessivi. Eppure, per chi non c’è stato, chiedo un atto di fede: fidatevi, quello che abbiamo visto, e che mi auguro presto possiate vedere anche voi, è strabiliante.

Prima di parlare dei capolavori che contiene all’interno la Villa è d’obbligo posare lo sguardo all’esterno, sull’enorme parco secolare che la circonda.

Passeggiare in questo luogo così rilassante e al contempo raffinato ci conduce con la mente in un tempo lontano. In aiuto alla nostra immaginazione, il frequente incontro con gli animali simbolo di questo luogo meraviglioso: i pavoni. Con un po’ di fortuna potrete incontrare anche il rarissimo pavone albino… Noi non lo abbiamo visto, ma il pavone che ci si è avvicinato con estrema naturalezza e confidenza si è mostrato in tutto il suo splendore regalandoci una ruota regale.

Già così ci si potrebbe ritenere soddisfatti del viaggio – noi venivamo da Milano su consiglio di un’amica preziosa – eppure è stato davvero solo l’inizio.

Sin dall’entrata nella Villa è chiaro che gli arredi, i preziosi oggetti Impero (la grande coppa in malachite di Pierre-Philippe Thomire e mobili di Jacob), e la perfetta collocazione di opere di artisti importantissimi, la rendono assolutamente unica. Si comincia a guardare nelle stanze di questa Villa altolocata e si prova quasi una sorta di timore reverenziale immaginando che una volta questo stesso luogo, prima di diventare una Fondazione d’arte, è stata una casa. Si sente il tempo, il prestigio, il lusso e l’amore sconfinato per il bello; il gusto di offrire dei tesori preziosi a chi sa apprezzarli.

Ecco, sì, la sensazione percepita è stata proprio questa: Luigi Magnani (1906-1984) ha realizzato un sogno da condividere per onorare la memoria del padre Giuseppe e della madre Donna Eugenia Rocca.

De Chirico, foto mia

L’intento di sviluppare attività culturali artistiche, musicali e letterarie ha condotto a un risultato sorprendente: la Fondazione Magnani-Rocca è diventata una delle più importanti istituzioni culturali in Italia. In primo luogo per l’eccezionalità dei capolavori della collezione permanente, che vanno dalle opere di Gentile da Fabriano a Filippo Lippi, Carpaccio, Dürer, Tiziano, Rubens, Van Dyck, Goya e, tra i contemporanei, Monet, Renoir, Cézanne sino a De Chirico, De Pisis, Morandi, Burri oltre a sculture di Canova e di Bartolini.

La famiglia dell’infante Don Luis di Goya di Francisco Goya, foto mia
statua di Canova, foto mia

In più, la Villa vanta un abbellimento delle sale con preziosi strumenti musicali di grande importanza e bellezza e, soprattutto, le mostre che organizza ogni anno e le prestigiose collaborazioni con i più importanti musei del mondo, la rendono uno dei luoghi d’arte più significativi d’Italia.

Felice Casorati – Il concerto della pittura, in mostra fino al 2 luglio 2023

E proprio riagganciandoci a quanto dicevamo, le mostre proposte all’interno della Fondazione Magnani-Rocca lasciano un segno indelebile nel visitatore. Attualmente, già in corso da diversi mesi, una monografica su Felice Casorati organizzata dalla Fondazione Magnani-Rocca in collaborazione con il Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. La mostra ripercorre l’intera vita pittorica di Casorati a partire dagli anni dell’esordio sino ad arrivare agli anni della piena maturità. Attraverso la musica, primo amore del pittore, si entra pian piano nel mondo di Casorati.

I dipinti d’esordio sono quelli che segnano il debutto di Casorati alla VII Biennale di Venezia nel 1907. Si parte, nella visita, con il dipinto Ritratto della sorella Elvira e, subito a seguire, Le ereditiere, quadro esposto alla IX Biennale nel 1910.

Nel primo dipinto la sorella appare immersa nei suoi pensieri, anche se sembra quasi che percepisca gli occhi del pittore che la sta osservando. Casorati mette in risalto i lineamenti aiutato dall’atmosfera buia dalla quale la donna sembra fuoriuscire.

Ritratto della sorella Elvira ©Studio Esseci

Le ereditiere è invece un dipinto di quando Casorati viveva a Napoli, un quadro costruito con le variazioni del nero e del rosso pompeiano. A mio avviso è un quadro austero, di impostazione classica, molto diverso da quello che sarà poi Casorati.

Le ereditiere ©Studio Esseci

Arriviamo poi a Le signorine (1912), un’opera determinante che esprime una vera svolta nella pittura di Casorati: la tela si riempie di colori chiari e luminosi; le figure hanno lineamenti gentili e sguardi profondi, indagatori dell’anima.

Le signorine ©Studio Esseci

In mostra poi la stagione degli Anni 20 di cui sono rappresentative tre opere del 1921: Le due sorelle, Fanciulla col linoleum, Maschere. Qui si cambia ancora e si viene proiettati in un’atmosfera sospesa, silenziosa, con ordine, malinconia e mistero. I soggetti femminili, nudi o vestiti che siano, hanno l’aspetto sulla tela di sculture. Sono spigolose, eppure al contempo eteree per l’espressione degli occhi o persi nel vuoto come ne Le due sorelle o abbassati quasi in posizione di preghiera nella Fanciulla col linoleum.

Fanciulla col linoleum ©Studio Esseci

È del 1922 il celeberrimo dipinto Silvana Cenni (1922) con un chiaro riferimento e omaggio a Piero della Francesca. Il dipinto sembra parlarci di un silenzio immobile che si posa scultoreo sopra ogni cosa. L’eleganza di questo fermo immagine dove tutto pare aderente al vero sin nei minimi dettagli, si traduce, alla fine, in straniamento.

Silvana Cenni, ©Studio Esseci

Un ulteriore rimando a Piero della Francesca è siglato dal tema del contrasto tra la precarietà e la solidità formale possiamo coglierlo in tutte le opere che rappresentano il tema della natura morta di uova, grande pallino dell’autore, dalla forma perfetta e fragile.

Sala con uova (e non solo) mostra Casorati, foto mia
Le uova sul cassettone ©Studio Esseci

Ma la mostra di Casorati ha un tema portante che non dobbiamo dimenticare: la musica.

Il concerto ©Studio Esseci

Il legame tra musica e pittura è essenziale nella produzione pittorica di Casorati. In mostra vediamo importanti dipinti in tal senso, in particolare Beethoven, appartenente alla Collezione Vaf-Stiftung e conservato al Mart di Rovereto, presentato per la prima volta alla Biennale veneziana del 1928, rinvia alla predilezione di Magnani per il grande compositore tedesco. Il dipinto raffigura una bambina ben vestita e pettinata in modo ordinato. Accanto a lei, su uno sgabello in paglia, uno spartito su cui è scritto il nome del musicista Beethoven. La bambina si riflette nello specchio e il suo riflesso provoca un rimando spaziale che rende il dipinto irreale. La scena acquista così un’aura di mistero, una dimensione straniante. Al centro, poi, la chitarra separata di netto dal bordo dello specchio.

Beethoven ©Studio Esseci

E l’attività di Casorati non si limita, si fa per dire, all’attività di pittore e musicista, ma si articola anche in una passione dell’artista per il teatro e, di conseguenza, della sua intensa attività di scenografo teatrale documentata in mostra da un corpus di bozzetti e figurini della Fondazione Teatro alla Scala di Milano.

Informazioni

Felice Casorati – Il concerto della pittura Fondazione Magnani-Rocca, via Fondazione Magnani-Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma).

Dal 18 marzo al 2 luglio 2023.

Aperto anche tutti i festivi.

Orario: dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) – sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18).

Aperto anche lunedì di Pasqua, 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno.

Lunedì chiuso.

Ingresso: € 12 valido anche per le raccolte permanenti – € 10 per gruppi di almeno quindici persone – € 5 per le scuole.

Informazioni e prenotazioni gruppi: tel. 0521 848327/848148

info@magnanirocca.it  www.magnanirocca.it    

Il sabato ore 16.30 e la domenica e festivi ore 11.30, 16, 17, visita alla mostra con guida specializzata; è possibile prenotare via mail a segreteria@magnanirocca.it , oppure presentarsi all’ingresso del museo fino a esaurimento posti; costo € 17 (ingresso e guida).   

Post Author: Valeria Cudini

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