L’evoluzione del concetto del BLU nella pop music

Nei differenti ambiti, anni e Paesi di appartenenza il colore blu ha assunto e assume connotazioni diverse che vanno dal sogno all’innamoramento e a sentimenti comunque positivi ad altre legate ad aspetti più cupi e introspettivi. Addirittura per le neomamme si parla di Baby Blues, una forma di depressione che può verificarsi dopo il parto.
Senza voler ambire ad analizzare a 360 gradi tutte le valenze del blu nel nostro quotidiano e nelle arti, questo pezzo si propone di raccontarvi come si sia evoluto il concetto di blu nella pop mus
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di Mirella Vitalini

Quando nel 1958 Domenico Modugno stupisce il Festival di Sanremo e l’Italia tutta con il Blu dipinto di blu non solo impone un nuovo tipo di musica pop con un brano che avrà un successo planetario, ma congiunge la pittura con la parola musicata. Il colore che entra di prepotenza nella musica leggera è il blu, che insieme all’azzurro si era imposto con gli Impressionisti per il loro lavoro en plein air tra cielo e acque. Con Chagall – a cui probabilmente la canzone si era ispirata – il colore era dilagato, figure blu su fondo blu, con un significato chiaramente simbolico, riferito al sogno, alla realtà trasposta sul piano dell’immaginazione.

La “volgarizzazione” del blu da parte di Modugno

Il brano di Modugno volgarizza l’aspetto ideale del blu a partire proprio dal sogno trasportandolo su tre piani: quello infantile del colorarsi le mani e la faccia di blu, quello spaziale perché volando in alto la terra viene vista da lontano – cosa che nella realtà accade solo dieci anni dopo nel viaggio dell’Apollo 8 – e infine su quello sentimentale degli occhi dell’amata, blu come il cielo stellato, che permettono di continuare a sognare a occhi aperti.

Volare (Nel blu dipinto di blu) – Domenico Modugno

Blu: sinonimo di ottimismo nei Rokes

L’ottimismo e la vitalità del brano sono da collegarsi alla trasformazione sociale in atto, alla base anche del bel testo di È la pioggia che va dei Rokes (1966), che presenta il blu come sinonimo di sereno, definendone il valore simbolico nell’indicare appunto la fiducia nel progresso e in un futuro migliore da contrapporre agli errori, allo scetticismo e al disincanto – “la pioggia” – delle generazioni precedenti: “…Ma non vedete nel cielo/ quelle macchie di blu?/ È la pioggia che va, e ritorna il sereno”. Poi, in progressione, con rinnovata enfasi:  “…Ma non vedete che il cielo/ ogni giorno diventa più blu….Ma non vedete nel cielo/ quelle macchie di azzurro e di blu..” insistendo sulla pioggia che va per lasciare il posto al sereno.

È la pioggia che va – Rokes

Blu colore dell’innamoramento

Questo 1966 è un anno fecondo per il blu; dalla Francia arriva L’amour est bleu, in italiano L’amore è blu, cantato dal gruppo Renegades; il testo dice che l’amore è blu come gli occhi dell’amata, come il cielo quando c’è il sole. Quando lei non c’è l’innamorato vede grigio, se c’è lei vede blu. Viene quindi sancito il blu come colore positivo, quello romantico per eccellenza.

L’amour est bleuRenegades

Il blu nel maschilismo “disturbante” dell’Equipe 84

Se questo testo risulta piuttosto banale, due anni dopo l’Equipe 84 porta al successo un brano inglese che nella versione italiana di Mogol presenta una situazione originale connessa al blu: in un momento di ascesa del femminismo il soggetto maschile racconta di avere un angelo blu che vola in cielo, ma che a un suo fischio scende presso di lui.

Sempre di un maschilismo disturbante è la conclusione della strofa: “Un angelo blu /e lei lo sa/ è tutto ciò/ che io ho/ e in gabbia la terrò” anche se a ben vedere testimonia una situazione d’impotenza da parte del maschio. Difficile ormai trattenere chi è libera, in grado di volare…

Un angelo blu – Equipe 84

Il concetto del blu si evolve: cupezza, malinconia e ironia

Non per niente siamo nel ’68; a causa di tutte le problematiche socio-politico-sociali a esso connesse il blu sta declinando; è proprio del ’68 il famoso Azzurro di Pallavicini-Conte, portato al successo da Celentano. Qui il blu non ha la valenza positiva che si ricollega alla serenità del cielo, anzi, il pomeriggio estivo è troppo azzurro per il protagonista, perché fa da ironico contrasto alla sua solitudine e al suo stato d’animo malinconico.

Azzurro – Adriano Celentano

Dopo un tentativo, un po’ annacquato, di recupero positivo dell’azzurro con Acqua azzurra, acqua chiara di Battisti, il blu è definitivamente declinato in maniera negativa da Rino Gaetano.

Acqua azzurra acqua chiara – Lucio Battisti

È il 1975 e il cantautore, elencando i più vari tipi di vita, dai più poveri, ai viziosi o dispendiosi ci fa capire che nulla è cambiato rispetto al passato: “il cielo sempre più blu“ de È la pioggia che va non è più sinonimo di speranza ma segno d’ironia.

Ma il cielo è sempre più blu – Rino Gaetano

Il blue degli Eiffel 65: depressione, tristezza e solitudine

Si conclude così la parabola decennale del blu nella pop music, ma sarebbe grave lacuna non ricordare come all’avvento del nuovo millennio si collochi un nuovo straordinario exploit del blu grazie al complesso Eiffel 65, con Blue (Da Ba Dee). Il successo planetario del brano, dovuto anche all’originale video, ricorda quello di Modugno, ma quel blu che quasi mezzo secolo prima era limitato alla tintura di mani e faccia, viene esteso a tutto il mondo e anche all’interiorità del protagonista; questi è un isolato, non comunica con nessuno: ”…Everything is blue for him/ and himself and everybody around/ cause he ain’t got nobody to listen to”. Quindi il blu, anzi il blue, è interpretato con quella connotazione negativa di tristezza e depressione che ha nel mondo e nella lingua inglese: siamo davvero agli antipodi del sogno e dell’entusiasmo di Volare e altre canzoni dei nostri anni Sessanta.

Blue (Da Ba Dee) – Eiffel 65

Post Author: Valeria Cudini

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