Nel “blu dipinto di blu” di Marc Chagall

È in corso dal 19 settembre a Rovigo, e durerà fino al 17 gennaio 2021, la mostra dedicata all’artista più visionario del Novecento: Marc Chagall. Ecco il commento della nostra appassionata Anna Martinenghi che ritorna con il suo spazio “Andar per mostre”

di Anna Martinenghi

Premetto che sono di parte e che questo racconto della mostra di Marc Chagall a Rovigo – Palazzo Roverella fino al 17 gennaio 2021 – è fazioso, imparziale e fortemente emotivo.

La pittura di Marc Chagall si ama o si detesta. Se siete del secondo partito fermatevi qui e occupate il vostro tempo in maniera migliore. Se lo amate, non ho molto altro da aggiungere, se invece non lo conoscete, lasciatevi convincere dalla mia “televendita”.

Marc Chagall – Mostra “Anche la mia Russia mi amerà”

La felicità? Immergersi nel blu dipinto di blu

È noto che “il blu dipinto di blu” con cui il protagonista della celeberrima Volare di Domenico Modugno si dipingeva le mani e la faccia, sia un riferimento preciso del paroliere della canzone Franco Migliacci, ispirato dal quadro di Chagall Le Coq rouge dans la nuit, lo stesso blu citato da Julia Roberts nel film Notting Hill quando racconta ad un già innamoratissimo Hugh Grant: “… che Chagall ti mostra come  dovrebbe essere l’amore: fluttuare in un cielo blu scuro” e che “La felicità non è felicità senza una capra che suona il violino”.

Marc Chagall

Un artista che potremmo definire “pop”

Rischiamo in questo modo di mettere Chagall fra gli artisti “Pop”, rischio che mi permetto di correre, perché Chagall è stato ed è anche un artista molto popolare. Ha avuto una vita lunghissima – 97 anni – e nell’ultimo periodo della sua esistenza, insieme a Picasso, è stato uno degli autori viventi più famosi, cosa che non capita a tutti gli artisti. Ma Chagall non è solo questo.

Marc Chagall

I temi? Amore, storia, condizione ebraica, rapporto con l’assoluto

Il pittore ha attraversato quasi un secolo di storia molto intenso per le arti visive, conservando la sua unicità e non rinnegando mai le sue origini. L’amore è di certo uno dei temi ricorrenti, su cui però si stratificano la storia, la condizione ebraica, il rapporto con l’assoluto, con le storie della Bibbia e il deflagrare delle due guerre mondiali.

Forti i riferimenti culturali e visivi al suo Paese natale

La mostra di Palazzo Roverella pone l’accento sulla formazione dell’artista e sui riferimenti, culturali e visivi, del suo Paese natale – la Russia – che Chagall non rinnegherà mai e che porterà sempre con sé. Il giovane artista dovrà lottare per diventare tale, perché proveniente da una famiglia di religione ebreo chassidica, che vedeva di cattivo occhio la riproduzione di immagini e le realizzazioni artistiche. Chagall diverrà invece uno dei più grandi narratori visivi, conservando dentro di sé i paesaggi spesso ostili, ma profondamente malinconici della sua patria e interpretando lo spazio dei suoi dipinti come se fossero quelli di un’icona.

Marc Chagall

Simbolismo e racconto multi-contenuto lo differenziano dai contemporanei

L’uso dello spazio, su più livelli, del simbolismo e il racconto multi-contenuto saranno una cifra ricorrente nel percorso creativo di Chagall e lo differenzieranno sempre dai suoi contemporanei.

L’immediatezza delle sue opere può trarre in inganno

E se spesso a una prima lettura i suoi dipinti possono sembrare immediati, quasi ingenui, a un’analisi più approfondita svelano significati nascosti, radici profonde e legami che si riallacciano fra la cultura che l’ha visto nascere e quella in cui il pittore si trova immerso nel suo presente.

È vero, quindi, che “La felicità non è felicità senza una capra che suona il violino”, ma quel violino è lo strumento tipico degli ebrei erranti – e Chagall si sentirà sempre errante – il mezzo per mettersi in comunicazione con Dio e con il mistero della vita e della morte. La capra, invece, è una figurazione della tradizione ebraica che si riferisce al focolare domestico: la capra capace di affrontare i sentieri più impervi e poi fare ritorno.

Niente è scontato, neanche il fluttuare dei corpi

Nulla è scontato quindi: neanche quel fluttuare di corpi innamorati, staccati da terra – per amore in primis -, ma anche per l’incapacità di appartenere a una terra diversa da quella che avevano abbandonato in gioventù.

Fa bene quindi questa mostra perché offre un dizionario ragionato degli elementi ricorsivi di un artista e ce lo restituisce nelle sue stratificazioni e nella profondità e intensità che gli sono dovute. A lui e al suo blu dipinto di blu.  

Post Author: Valeria Cudini

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