Recensione in anteprima del film “TUTTO IN UN GIORNO” di Juan Diego Botto

Esce domani 2 marzo in tutte le sale cinematografiche italiane il film d’esordio di Juan Diego Botto, già attore conosciuto in molte pellicole che, per la sua prima prova di regia, sceglie di confrontarsi con un tema sociale attualissimo in Spagna: quello degli sfratti. Il film è impropriamente tradotto in italiano con “Tutto in un giorno” (Bim Distribuzione), quando in realtà il titolo originale sarebbe En los márgenes (Ai margini), in quanto descrive la realtà degli emarginati e di chi ogni giorno è costretto a lottare per sopravvivere.

Noi di alpassocoitempi.com lo abbiamo visto in anteprima per voi e ne siamo rimasti davvero colpiti.

Il film è stato presentato alla mostra del cinema di Venezia nella sezione Orizzonti ed è candidato a 5 premi Goya

di Valeria Cudini

La trama

Il film di Juan Diego Botto sceglie posizionare il focus su persone comuni, concrete che devono risolvere in fretta il problema di poter perdere la casa. Le storie narrate nella pellicola sono tre con la prima che funge da filo conduttore per tutte le altre.

La traduzione del titolo del film in Tutto in un giorno è legata alla durata del film che si svolge appunto “tutto in un giorno” e il giorno è quello deputato per tutti i protagonisti delle tre storie a trovare una soluzione per riuscire rimanere a galla e non perdere tutto.

La prima storia, da cui si originano poi le altre due, è quella di Rafa (un intensissimo e credibile Luís Tosar), un avvocato attivista che si trova di fronte a un bivio importante: scegliere tra l’impegno sociale e la vita con la sua compagna che sta affrontando una gravidanza difficile. Lo spettatore capisce subito che Rafa fino a quel momento non si è mai tirato indietro nel difendere e promuovere le cause sociali dei più deboli. Adesso deve però fare i conti anche con la sua realtà famigliare a cui ha sottratto del tempo.

La seconda storia è quella di Azucena (una Penélope Cruz in assoluto stato di grazia), impiegata in un supermercato e madre disperata disposta a tutto pur di salvare la sua casa dove vive con il figlio piccolo e il marito (interpretato dallo stesso regista), operaio argentino a cottimo per 4 euro all’ora. La donna è sconvolta da quanto le sta accadendo ma è reattiva ed è determinata a non mollare perché sa di poter contare sul sostegno di una comunità che lotta per i suoi stessi diritti.

Una condizione simile a quella di Azucena è vissuta dalla protagonista della terza storia, Teodora (una misuratissima Adelfa Calvo), nonna e madre di un ex negoziante reinventatosi operaio dopo aver vissuto tutta una serie di problemi con il negozio. Il figlio di Teodora si vergogna di aver messo in difficoltà la madre che, per salvarlo dal fallimento, ha ipotecato la sua casa.

Riflessione e parere sul film

Il film di Botto mette a confronto differenti tipologie di solitudini ma anche storie di grande solidarietà in un tempo, quello attuale della Spagna (e non solo), dove ogni giorno si contano più di cento sfratti per un totale di circa 41mila ogni anno. Una situazione drammatica portata sul grande schermo senza pathos ma solo con la rappresentazione cruda e durissima del reale. Una protesta composta senza violenza nel rispetto della dignità di donne e uomini.

Il personaggio di Azucena, pur non essendo protagonista assoluto, è di una potenza sconvolgente. Ricorda molto l’interpretazione della Cruz in Non ti muovere e ne ha tutta la forza dirompente. Lo spettatore empatizza con Azucena e fa il tifo per lei. L’umanità che circonda questa donna diventa simbolo di una comunità, una città e, ancor di più, di una nazione che non ci sta e vuol far sentire forte la sua voce.

Una società di diritti non dovrebbe mai permettere che siano lasciate in mezzo a una strada famiglie senza possibilità di recupero. Dovrebbe tutelare e proteggere.

Un film monito che non ha nulla di invidiare a Ken Loach, che pone degli interrogativi importanti e chiede risposte concrete. Una prima coraggiosa prova di regia quella di Juan Diego Botto che, sicuramente, farà molto parlar di sé.

Da vedere.

Post Author: Valeria Cudini

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