Eccoci alla pubblicazione del primo dei tre racconti vincitori del concorso “Se sei felice facci caso”. È di Mara di Noia*, di cui potete leggere una mini biografia in calce al racconto. Siamo molto orgogliosi e anche un po’ emozionati nel dare spazio a questa scrittrice di talento. Si tratta, seppur rimaneggiato, di un racconto autobiografico che, a nostro avviso, rende la lettura ancora più coinvolgente. Buona lettura a tutti voi!
Per molti anni aveva pensato che non ci fosse alcun bisogno di morire.
Non che non sapesse come va a finire, per tutti, ma era sicura che qualora fosse toccato anche a lei, avrebbe fatto in modo di trovare un sistema, un trucco, perché la gente potesse dire: figurati se una come lei poteva morire, come tutti gli altri.
D’altra parte, tutto nella sua vita stava andando come doveva, e oltretutto come avrebbe voluto che andasse: una brillante carriera scolastica che aveva entusiasmato una famiglia tranquilla, una laurea in ciò che sognava da bambina, un matrimonio, una casa e due bambine, amici e amiche che le volevano bene.
Tutto era così al suo posto, tutto scorreva così fluidamente che non c’era niente altro di immaginabile se non che si sarebbe ripetuto all’infinito.
Questa convinzione le si era stratificata addosso, anno dopo anno.
In autunno si permetteva anche il lusso di una certa tristezza, non appena la luce diminuiva e il freddo andava aumentando, un magone senza nome, che iniziava lentamente nel mese di novembre, aveva una decelerata a dicembre, si accendeva acutissima a gennaio e la lasciava spossata a febbraio.
D’altra parte c’è tutta la primavera per tornare ad essere felici.
Si era ormai convinta che fosse un lato del suo carattere, una cosa in un certo senso fisiologica.
Era stata anche da diversi medici per questo motivo, perché con l’età sembrava peggiorare.
Un giorno della fine di agosto di quell’anno, mentre attraversava soprappensiero le strisce pedonali, una macchina tagliò con uno scatto la curva e lei finì in quel benedetto punto cieco del montante di sinistra, diventando invisibile.
Il ragazzo scese disperato dalla macchina dopo aver sentito il botto.
Lei ricorda solo il freddo dell’asfalto sullo zigomo, la botta alla testa, il braccio disarticolato e un peso che la schiaccia a terra, in attesa di svenire.
Ha fatto in tempo a vedere il muso della morte sbucare dal cespuglio di fianco al marciapiede, l’ha guardata furba, come un animale appostato, ma è fuggita via, velocissima.
Quello che accade dopo è una serie di giorni tutti uguali, con il dolore di ossa rotte, con la sola possibilità di stare sdraiata a guardare il soffitto.
Parlare, leggere, dormire, mangiare.
Per cinquanta giorni.
Una miracolata, le hanno detto in ospedale, lei è una donna molto fortunata, lo sa?
E poi riprendere a camminare, il primo passo, poi in piedi come un bambino di undici mesi, e poi per casa piano e incerta a iniziare a guardare il mondo con altri occhi, fino alla prima volta fuori casa per un semplicissimo caffè al bar, con i saluti timidi e un po’ imbarazzati dei vicini, sorretta per mano, senza i suoi tacchi spavaldi.
E poi suo marito che la porta al mare che ancora fa fatica a fare le scale, e il mare è semplicemente meraviglioso e profuma di tutti i giorni in cui le è sembrato dovuto e si accorge che è il primo di novembre e il due, il giorno dei morti, scopre che la vita è così bella perché ha scoperto che la morte esiste davvero e ha una faccia e un colore, il ringhio e i denti di una murena, e mentre la luce cala e la temperatura pure, del magone e della tristezza della vita passata, non c’è più né l’ombra né l’alone né niente altro, e per urgenza lei prega il suo dio del tempo che le riveli per sempre gli istanti e soprattutto, che lei se ne accorga.
*MARA DI NOIA è nata a Milano nel 1973, dove vive. Ama tantissimo la sua città anche se le sue famiglie sono di origine pugliese.
Amante della lettura per prima cosa, della letteratura, nutre una grande passione per la poesia sin dall’adolescenza trascorsa al Liceo Classico Manzoni di Milano.
Ha una successiva formazione medica e lavora nell’ambito della nutrizione. Scrive testi sull’alimentazione vegetariana per Guido Tommasi editore ed Enea Edizioni ed è autrice di romanzi (Tutto il resto è soia, Vertigine e Margini di Libertà, edizioni La strada per Babilonia) ed è in fase di pubblicazione il suo quarto romanzo. Scrive per varie riviste specializzate in salute e benessere alimentare.
Ha partecipato alla prima Scuola di poesia organizzata da Morellini Editore nel 2019, guidata dalla scrittrice e poetessa Elena Mearini, oggi Piccola Accademia di Poesia, curata da Marco Saya e Elena Mearini.
È in fase di pubblicazione la sua prima raccolta poetica, Intitolata Schegge.