Recensione in anteprima de “Il Bivio” – Manifesto per la rivoluzione ecologica di Rossano Ercolini (Baldini+Castoldi)

A soli due anni di distanza dal suo Rifiuti Zero torna in libreria da oggi 15 ottobre Rossano Ercolini sempre con l’editore Baldini+Castoldi. Nel suo nuovo lavoro, Il Bivio – Manifesto per la rivoluzione ecologica, Ercolini riflette ancora una volta, complice anche il periodo di lockdown, su quali siano le strade da prendere per attuare una vera rivoluzione green

di Valeria Cudini

Per introdurre questo libro/saggio/manifesto di Ercolini occorre, per chi ancora non lo conoscesse, spendere due parole su chi sia e, soprattutto, su che cosa abbia fatto d’importante quest’uomo. Rossano Ercolini, pur essendo maestro di scuola elementare da una vita – e come lui stesso dichiara con grandissima soddisfazione – è ideatore e responsabile del Progetto passi concreti verso Rifiuti Zero.

Ercolini_ Photo © Marco Spagnesi

Nel 2013 Ercolini riceve il “Nobel” per l’Ambiente: il Goldman Environmental Prize

Di rifiuti si occupa da ben 34 anni ed è stato insignito nel 2013 di quello che viene considerato il Nobel alternativo per l’Ambiente: il Goldman Environmental Prize. I

l suo impegno parte dalla divulgazione dei rischi ambientali causati dagli inceneritori e si muove con l’obiettivo che sempre più persone diventino consapevoli della necessità di condurre uno stile di vita a spreco zero.

Ritorno alla normalità. Sì, ma quale?

Ne Il Bivio Ercolini parte da alcune riflessioni fatte durante il periodo del coronavirus e sul difficile ritorno alla normalità che tutti noi auspichiamo. Ma quale è la normalità? si chiede. Perché se per normalità si intende ritornare a vivere come prima inquinando il Pianeta, immettendo nell’atmosfera sostanze tossiche e rinunciando alla biodiversità, Ercolini non ci sta. E, tra le righe, ci lascia intendere che non dovremmo starci neanche noi.

È questo il momento di scegliere tra l’inerzia del rimanere come prima oppure decidere di agire e cambiare direzione per muoverci tutti verso la green revolution.

Manifesto per la rivoluzione ecologica: che cosa occorre fare

Il Bivio ha come sottotitolo Manifesto per la rivoluzione ecologica perché Ercolini ci illustra punto per punto quanto occorra fare affinché si possa davvero attuare un radicale cambiamento che vada a vantaggio della nostra salute e di quella dell’intero Pianeta.

Ecco quindi che l’autore ci dimostra come salute e ambiente siano strettamente collegati. “Occorrerà dare priorità alla ‘prevenzione primaria’ che è correlata direttamente alla qualità ambientale e quindi alla centralità ambientale, anziché insistere solo sulle diagnosi precoci e sulle ricerche contro il cancro o sulla diffusione dei vaccini”.

La prevenzione primaria passa per l’ambiente

Per Ercolini quindi la prima prevenzione per la salute dell’uomo è vivere in un ambiente più sano ma, affinché queste condizioni si verifichino, occorre fare scelte politiche e sanitarie che vadano in questa direzione. Per riuscirci è necessario innanzitutto fare propria una cultura del cambiamento, avere una progettualità alternativa e lasciarsi entusiasmare. Perché “quando il cambiamento genera entusiasmo – afferma Ercolini – la rivoluzione diventa inarrestabile”. Servono attivisti “in grado di liberare energie collettive e di concorrere a sviluppare processi di apprendimento condiviso” e di “giocare un ruolo di acceleratori del cambiamento”.

Il manifesto per la rivoluzione ecologica 2020-2030 si rivolge a tutti. È stato possibile, racconta Ercolini con grandissima onestà intellettuale, grazie alle precedenti esperienze in quest’ambito, ovvero la nota Agenda 2030 sottoscritta il 25 settembre del 2015 da 193 Paesi e recante i famosi 17 obiettivi, la Laudatio si’di Papa Francesco e i contenuti del pacchetto dell’economia circolare con l’insieme degli impegni europei a finanziamento della transizione ecologica.

Ercolini riconosce l’impegno condiviso di referenti e interlocutori del progetto e cita: Global Alliance Incinerator Alternatives (GAIA) e Zero Waste Europe di cui è egli stesso presidente, Zero Waste International Alliance (ZWIA), Greenpeace International, Wwf Internazionale, Fondazione Goldman e gli oltre 130 vincitori sparsi in tutti i continenti – fra cui c’è anche Ercolini – del Goldman Prize.

In Italia i riferimenti sono invece Zero Waste Italy presieduto da Ercolini, il Centro di ricerca RZ di Capannori (comune dove risiede Ercolini) e il professor Paul Connet che si occupa della preziosa gestione dei collegamenti mondiali.

Vanno poi citati il percorso dell’Associazione Ambiente e Futuro, il movimento di Greta, i Fridays For Future e l’esperienza di Slow Food di Carlo Petrini e, secondo quanto sottolinea Ercolini, un ruolo fondamentale lo svolgono gli agricoltori “custodi della Terra e produttori di cibo”.

Sì alle filiere corte e a sostenere l’agricoltura di collina e di montagna

Rifiuti Zero, spiega Ercolini, si sta impegnando a sostenere “il patto per il cibo” difendendo le filiere corte e i prodotti biologici e chiedendo alle associazioni degli agricoltori di stipulare un “patto per il compost dalla frazione organica differenziata”.

Ercolini invoca finanziamenti pubblici per sostenere l’agricoltura di montagna e di collina che, oltre a produrre cibo sano, tutela le pianure e le città dal dissesto. Il sostegno è necessario perché queste zone sono compromesse da fenomeni sempre più frequenti di abbandono.

No alla plastica e agli imballaggi con materiali non riciclabili, sì a riciclo e a materiali alternativi

Ercolini ribadisce con forza l’assoluta necessità di messa al bando dei prodotti usa e getta in plastica e di tutti quegli imballaggi e confezioni in materiali misto di cellulosa e plastica non riciclabili.

Le plastiche sversate in mare uccidono balene, tartarughe marine, delfini, pesci e albatros e, anche quando giungono in mare sminuzzate in microplastiche, esse, ingerite dai pesci predatori, tornano a noi attraverso il cibo. Occorre quindi tassare la produzione di prodotti plastici e, al contrario, detassare le produzioni che ricorrono a polimeri di riciclo e/o a materiali alternativi e a sistemi di ricarica privi di imballaggio.

No allo spreco alimentare, sì a prodotti non di prima scelta

Affinché si realizzi lo “spreco zero” è necessario connettere la filiera del cibo con quella della produzione di compost.

Ercolini rimarca inoltre la fondamentale importanza di combattere gli sprechi alimentari e si sofferma in particolare su quelli dovuti semplicemente al mandare al macero prodotti solo per motivi estetici. Vanno invece recuperati e utilizzati prodotti di seconda e terza scelta al fine di evitare anche uno spreco economico.

Combattere il riscaldamento climatico: sì a piantare nuovi alberi

Per combattere invece il riscaldamento climatico e la difesa della biodiversità una soluzione è rappresentata da piantare alberi rispettando criteri di selezione come il ricorso a specie autoctone e un adeguato bilancio idrico.

Garantire la biodiversità: difendere le api che stanno scomparendo

Per ricostituire reticoli sistemici tra città e campagna, tra attività economiche del settore primarie, ma anche di un turismo di qualità, si colloca anche la centralità della difesa delle api. È da portare all’attenzione, infatti, che nell’ultimo decennio sono scomparsi più di 10 milioni di alveari nel mondo e solo in Italia 200mila. Api e insetti impollinatori sono determinanti per l’equilibrio della biodiversità.

Razionalizzare l’energia tramite nuove soluzioni di bioedilizia e ingegneria botanica

In merito invece al problema dell’energia Ercolini mette in luce come occorra, più che concentrarsi sulle energie rinnovabili, razionalizzare i prelievi energetici tramite bioedilizia, strutture in legno, raffrescamento degli ambienti e opere di ingegneria botanica (tetti verdi, giardini verticali, agricoltura urbana ecc.).

Come contrastare l’inquinamento e ridurre l’emissione di Co2?

Secondo Ercolini questa è la sfida più difficile. Per prima cosa occorre porre un freno al trasporto merci su gomma, fortemente inquinante, pericoloso e legato alla necessità continua di strade e autostrade e rifacimenti di manti stradali.

L’alternativa più green è il trasporto su rotaia da dotare, però, delle necessarie infrastrutture e da combinare con il trasporto in mare (cabotaggio).

In città sì all’uso della bici se supportata da piste ciclabili adeguate e in sicurezza. Per grandi aziende vanno proposte soluzioni di car sharing o che favoriscano spostamenti collettivi. In più è sicuramente di aiuto potenziare lo smart working e l’uso di mezzi pubblici con linee elettriche.

Il mio parere

Il Bivio di Rossano Ercolini colpisce per la trasparenza e la semplicità con cui vengano trattati temi così importanti per tutta la comunità mondiale. E la cosa sorprendente è che ci si riconosce – o almeno a meno così è accaduto – in quello che dovrebbe essere un ovvio obiettivo comune: zero rifiuti, zero spreco alimentare, energetico e a qualunque livello, zero plastica, zero emissioni tossiche, ripopolamento zone collinari, montane, marine, sostenibilità, garanzia della biodiversità.

La rivoluzione green è possibile, perché semplicemente dipende da noi, dal nostro impegno, a volte davvero minimo.

È sempre la stessa storia: se ognuno facesse il suo famoso pezzettino, chi parlerebbe di rivoluzione green? Vivremmo già nell’era green e ci parrebbe normale.

Meditate gente, meditate. È semplice, basta volerlo.

IL BIVIO

di ROSSANO ERCOLINI

Manifesto per la rivoluzione ecologica

BALDINI+CASTOLDI, Milano 2020, 17 euro, pagine 224

Post Author: Valeria Cudini

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


The reCAPTCHA verification period has expired. Please reload the page.