A TU PER TU CON… GIULIANA FACCHINI

Titolo: I segreti di Huck
Autore: Giuliana Facchini
Genere: Narrativa ragazzi
Pubblicazione: 16 luglio 2020
N° pagine: 296
Casa Editrice: Mimebu’ (consigliato dai 12 anni)

Di Valeria Cudini

Trama e temi principali

Martina “incontra” Huck, un bellissimo border collie, al Centro di addestramento cinofilo Saffi. Se ne innamora e lo tiene con sé.  La ragazzina, abbandonata dalla mamma quando era ancora molto piccola, è intenzionata a ricostruire la storia di Huck. Intanto Irene, altra protagonista della storia, fa amicizia con il giovane Alex in un parco. In un’estate caldissima i tre ragazzi si ritroveranno protagonisti di un’avventura in montagna insieme ad Huck.

Ognuno di loro cercherà di ritrovare o trovare qualcosa di perduto. Martina alla scoperta dei “segreti di Huck” scoprirà di più sul suo abbandono, Alex cercherà spiegazioni dal padre ex carcerato che non ha avuto il permesso di vedere, Irene attraverserà il dolore della perdita della nonna e sarà testimone insieme agli altri due ragazzi dello svelamento del loro e del suo Sé.

Un romanzo sull’amicizia, l’abbandono, l’identità e l’amore.

Perché leggerlo

Perché è un romanzo pieno di umanità, che tocca temi profondi dell’esistenza umana senza risultare mai melenso o scontato e lo fa attraverso gli occhi e le parole di tre adolescenti e di un cane che, se potesse parlare, svelerebbe forse ancor più segreti di quanti già non ne custodisca.

Perché non è solo un romanzo per ragazzi ma è una storia sulla complessità dei sentimenti e sulla necessità di ritrovarsi e unirsi per scoprire la propria identità e per accettare il dolore, il cambiamento e accogliere l’amore.

L’informazione in più

Giuliana Facchini sarà presente al Festival della letteratura di Mantova (9-13 settembre)

https://www.festivaletteratura.it/it/2020/autori/giuliana-facchini
https://www.festivaletteratura.it/it/2020/autori/giuliana-facchini

L’intervista

Giuliana Facchini

I segreti di Huck è uscito in ritardo rispetto alla programmazione iniziale a causa del Covid.

Sì, è così. Doveva essere presentato al Salone del libro di Torino.

Che sentimento genera l’attesa prolungata per quello che forse, senza tema di smentita, può essere considerato come un figlio?

L’editoria ha tempi lunghi, da quando un romanzo viene accettato da un editore alla sua pubblicazione può passare un anno o più. Certo, avere la propria storia tra le mani stampata è una bella emozione, ma questo è il mio sedicesimo romanzo, senza considerare i racconti realizzati per varie antologie, e un po’ ci si abitua. Capita che la testa sia già rivolta a un’altra storia in lavorazione o addirittura impegnata in un nuovo scritto. Un romanzo per me è un prodotto creativo cui ho dedicato ore, dedizione e parte di me, eppure quando arriva in libreria non è più mio, ma del lettore. Sarà lui a farlo vivere.

Ho letto nel suo blog ilgiovanebrick che l’idea di questa storia, a parte il suo amato border collie, gliela ha data una sua amica e che la frase significativa è nascosta nel libro in un personaggio… Può dirci qualcosa di più?

Preferisco mantenere il segreto!

Quanto una frase o una suggestione può essere il motore per scrivere una storia?

Direi che l’ispirazione per scrive un romanzo sia la cosa più difficile da definire. Alle volte una storia parte da un’immagine, da una vicenda che ti raccontano e che poi diventa tutt’altro. Credo che persino un profumo o un sapore possano contenere la scintilla dalla quale partire per costruire un intero romanzo. Questo quando la mente è completamente libera di accogliere un nuovo progetto senza nessuna limitazione o tabù.

Come nascono le sue storie e perché ha scelto di scrivere per i ragazzi?

Le mie storie sono un cammino che provo a condividere con il lettore. Nessuna risposta, ma molte domande aperte. Sono il bisogno di un percorso condiviso, ma con leggerezza! Io scrivo principalmente di ragazzi e di ragazze, sono i miei protagonisti, non so se scrivo solo per loro.

Ho letto del progetto “Leggere Ribelle – tredicidiciassette” indirizzato appunto a giovani lettori dai 13 ai 17 anni. Ci racconta qualcosa su questo gruppo e il blog relativo?

Quando sono invitata nelle scuole, nelle librerie o nelle biblioteche con i miei libri pubblicati da editori specializzati nell’editoria per ragazzi, finisco sempre per restare tra gli studenti  a consigliare titoli o a commentare romanzi non miei. C’è voglia di leggere tra i ragazzi, ma certi libri di narrativa, molto conosciuti fuori dall’Italia e che possono essere considerati dei classici contemporanei perché di autori viventi pluripremiati,  sono sconosciuti alla maggior parte dei nostri giovani lettori. Così abbiamo provato ad aprire uno spazio nella biblioteca di Bussolengo e poi di Verona dove consigliare libri per poi parlarne insieme con gli adolescenti ed è nato Leggere Ribelle. Quindi abbiamo pubblicato il blog per lasciare un segno delle letture dei ragazzi e delle ragazze e loro stessi gestiscono l’account Instagram consigliando letture ai coetanei.

Si è ispirata a qualcuno dei ragazzi di “Leggere Ribelle” per delineare le caratteristiche dei tre adolescenti protagonisti del romanzo?

No, direi di no. I miei personaggi vogliono essere persone vive e indipendenti, non la copia o il ritratto di qualcuno.

Huck è protagonista al pari di Alex, Martina e Irene. Come è riuscita a far passare quelle che sono le emozioni di Huck in modo così chiaro?

Se è come dice lei, ne sono felice! Credo che vivere con un animale e conoscerlo porti naturalmente un’autrice a saperlo descrivere.

Huck oltre a essere un border collie come il suo Bryce ha anche lo stesso carattere?

No, Huck è un cane che ha fatto una vita completa, ha lavorato come cane da pastore, ha protetto un bambino, si è guadagnato il rispetto di altri cani. Direi che ogni cane vorrebbe vivere così per sua natura. Il mio border è un cane casalingo, anche se io e lui passiamo parecchio tempo in montagna e a camminare tra i boschi.

Sicuramente l’osservazione e l’amore per il suo cane sono stati un propulsore per la storia.

Quanto abbiamo da imparare dai nostri amici animali? Quanto sanno loro di noi e/o più di noi?

Avere un animale in casa aiuta a crescere adulti e ragazzi, stimola l’empatia e la ricerca di linguaggi diversi da quello verbale, ma bisogna imparare a conoscerlo e a rapportarsi con lui. Lasciargli dignità animale, non ridurlo a un peluche. Rispetto è una parola chiave non solo tra gli uomini ma anche verso gli animali e la natura.

Nel romanzo si toccano temi difficili e universali come l’abbandono, l’identità, l’amore, il dolore, la morte che forse dovrebbero presupporre un lettore adulto. Eppure in primis il suo romanzo si rivolge ad adolescenti. Credo di poter affermare con certezza che nonostante la difficoltà degli argomenti toccati la sua scrittura così pulita, chiara, delicata e molto visiva agevola la lettura del romanzo anche da parte dei più giovani perché tutti gli argomenti trattati scorrono nel flusso naturale della narrazione. A tal proposito direi che il suo romanzo, come in generale la buona letteratura per ragazzi, ha il pregio di poter essere letto a più livelli di approfondimento tanto da poter essere benissimo anche un romanzo per adulti. Io lo ho molto amato e sentito nel profondo.

Grazie!

Alla fine del romanzo, senza svelare nulla, sembra che tutto trovi la sua collocazione come in un puzzle. Qual è il lavoro dello scrittore, e nello specifico il suo, necessario a far sì che tutte le tracce segnate portino poi a un traguardo e non si perdano nel bosco?

Di solito quando comincio a scrivere ho in mente la storia in modo chiaro, poi durante la scrittura e la stesura dei dialoghi a volte qualcosa cambia, ma cerco di mantenere una direzione precisa. Se la storia poi prende a svilupparsi in modo diverso e mi piace, mi adeguo e seguo l’istinto che mi ha portato dove non immaginavo. Insomma è una questione di equilibro ed elasticità e di sapersi ascoltare!

I suoi personaggi portano con sé momenti di gioia ma anche di profondo dolore, incomprensione talvolta e solitudine. Quanto ha gioito o sofferto insieme a loro?

Io non sono i personaggi, certo, provo empatia verso di loro, ma cerco di restare sempre ben fuori dalla storia e di non confondermi mai con loro.

Ha nuovi progetti di scrittura o qualche altra storia a cui vorrebbe dar vita?

Sto lavorando a un romanzo distopico.

Cosa consiglierebbe oggi a un giovane (o meno giovane) che si avvicina alla scrittura creativa? È necessario a suo parere avere “il sacro fuoco” o talento – chiamiamolo come vogliamo – o si può studiare molto alla costruzione di una storia e, lavorando di cesello, riuscire pian piano a trovare un proprio stile e una propria voce?

Credo che il primo requisito per una buona scrittrice o un buon scrittore sia essere lettori, forti lettori. Se non ami leggere, non sai scrivere per gli altri, a mio parere, scrivi per te stesso. Allora è uno sfogo o un diario e non ne fai un mestiere. Scrivere romanzi è un mestiere creativo. Il talento e la creatività sono un dono e fanno la differenza, ma non sono nulla senza la disciplina e lo studio. Poi, oggi, conta anche la tenacia e l’amore per un mestiere che in Italia è poco riconosciuto e di cui si fatica a vivere, con una serie di conseguenze e ricadute sulla libertà di sperimentazione nella scrittura stessa. Ma questa è un’altra storia!

Post Author: Valeria Cudini

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