Biblioterapia: curarsi con i libri

Oltre a essere una passione, i libri possono essere inseriti all’interno di un percorso di psicoterapia. Sotto la guida dello psicologo o dello psicoterapeuta, che propone letture ad hoc per il paziente, possono curare un ampio spettro di disturbi

Leggere un libro può curare un dolore. Che sia un dolore dell’anima o del corpo. Sembra un pensiero filosofico, antico e in parte lo è perché la lettura come “medicamento” deriva proprio dall’antichità, ma oggi, ovvero già da più di due decenni, ci sono fondamenti scientifici a dar ragione al potere curativo dei libri.

Ma proseguiamo per gradi. Qual è la sensazione che avete quando prendete in mano un libro? Per me il potere attrattivo dei libri inizia ancor prima di toccarli. Comincia cioè quando so di essere nei pressi di una libreria. A meno che non sia di estrema fretta devo entrare, è un bisogno imprescindibile. Una volta dentro comincio a girare, mi lascio attrarre oltre che dai nuovi titoli che guardo sempre per primi dai colori e i disegni delle copertine, dai formati, dal tipo di copertina. E vorrei comprare tutti i libri di Iperborea perché le sovraccoperte usano una carta pregiatissima e per me meravigliosa al tatto. Le copertine, che sono tutte di quadri, risaltano così al meglio. Poi dei libri ho bisogno di sentire l’odore. Li annuso.

La biblioterapia nasce a inizio ’900  per opera dello psichiatra William Menninger

Ma veniamo all’effetto che hanno su di noi in termini di cura.

Montesquieu scriveva: “Non ho mai avuto un dolore che un’ora di lettura non abbia dissipato”. Eppure gli italiani leggono troppo poco: il 40% legge almeno un libro all’anno  stando ai dati Istat degli ultimi tre anni.

Chi legge però sa che ogni libro è una finestra sul mondo immaginato o reale, un antidoto a sofferenza e malinconia, ma anche molto altro. La maggior parte di noi legge per piacere senza però avere la percezione di quanto la lettura possa far bene, possa cioè essere curativa.

Si parla, infatti, di biblioterapia, «una tecnica nata a inizio ’900 negli Stati Uniti per opera dello psichiatra, William Menninger, che iniziò a praticarla con sistematicità in una clinica da lui fondata con pazienti depressi sui quali notò dei miglioramenti – spiega Rosa Mininno, psicoterapeuta -.

Funziona sui disturbi d’ansia e del tono dell’umore

I risultati positivi hanno incoraggiato gli studi successivi: si è osservato che la biblioterapia è efficace proprio per disturbi psichici di lieve e media entità, disturbi d’ansia, del tono dell’umore e depressivi, in particolare, ma è un valido aiuto anche per disturbi neurologici, psichiatrici, oncologici. È una lettura scelta e guidata finalizzata al raggiungimento di obiettivi terapeutici, formativi ed educativi».

Si impiega per disturbi alimentari e in progetti per la cura di dipendenze

«Gli esiti positivi in ambito psichiatrico e nella sfera dell’emotività ne hanno dimostrato l’efficacia anche con i disturbi del comportamento alimentare, con le dipendenze e con fenomeni quali il bullismo. Ci sonoprogetti che coinvolgono psicoterapeuti formati e scuole dove si crea un’interazione tra bullizzati, bulli, operatori, insegnanti e genitori.

La biblioterapia trova quindi applicazione in differenti contesti, tra cui gli ospedali, le case di cura, le carceri. Gli utenti a cui si rivolge hanno diverse età: sono bambini, adolescenti, adulti e anziani. I testi che vengono proposti e letti, sempre sotto la guida di professionisti, vanno dal libro di auto-aiuto al romanzo, al saggio, al teatro e alla poesia.»

«Io utilizzo la biblioterapia dal 1998, anno in cui ho fatto formazione con un noto psichiatra, Ian Falloon, fondatore della psico-educazione, che ha scritto manuali di auto-aiuto utilizzabili da operatori, da famigliari e da pazienti psichiatrici.»

Rosa Mininno ha fondato il primo sito italiano dedicato alla biblioterapia

«Approfondendo la lettura di questi testi ho deciso di fondare il primo sito italiano dedicato alla biblioterapia, nome con cui questa tecnica è conosciuta in tutto il mondo – aggiunge Mininno -. Posso citare alcuni laboratori di biblioterapia che ho condotto al Policlinico di Perugia con bambini oncologici, in Campania con pazienti psichiatrici residenziali, in Puglia presso alcune scuole.

Gli operatori stessi hanno provato grande soddisfazione e sorpresa nello scoprire la potenza di questo metodo. I pazienti rivelavano tratti della personalità, capacità critiche e creative sino ad allora sottovalutate. La lettura ha il potere di far emergere contenuti e risorse che le persone possiedono e stimolare l’elaborazione di questi contenuti.»

Non è solo leggere o consigliare un libro è un percorso terapeutico guidato

«Non si tratta solo di leggere o consigliare un libro, ma di un programma guidato da operatori competenti che viene condotto insieme alla persona, o al gruppo di persone, che condividono lo stesso tipo di disturbo: ansia, attacchi di panico, disturbi del comportamento alimentare, disturbi psichiatrici, neurologici, oncologici. Occorre poi saper scegliere il libro da far leggere o da leggere insieme al paziente. Come terapeuta io devo stare attenta a inserire quel determinato libro nel momento giusto del percorso di cura».

Post Author: Valeria Cudini

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