Torna al cinema in versione restaurata solo il 13, 14 e 15 ottobre 2025 grazie a Nexo Studios (vedi l’elenco delle sale sul sito) Metropolis, una pietra miliare dell’animazione giapponese, uno dei film più visionari mai realizzati. Intelligenza artificiale, diritti dei robot, disuguaglianze sociali e identità. Tutto questo condensato in un solo film, grazie alla nuova Stagione Anime al Cinema e all’esclusivo progetto di Nexo Studios, distribuito in collaborazione con Radio Deejay, MYmovies, Cultura POP, ANIME GENERATION.
Noi di Alpassocoitempi.com lo abbiamo visto in anteprima per voi. Assolutamente da non perdere!
di Valeria Cudini e Francesca Ratti
L’uscita il 13, 14 e il 15 ottobre p.v. al cinema della versione restaurata di una delle pietre miliari delle anime giapponesi, Metropolis, del visionario Katsuhiro Ōtomo, è perfettamente in linea con l’anima e il progetto del nostro web blog perché è sicuramente definibile come un film “al passo coi tempi”. Il motivo? Metropolis, che trae ispirazione dal capolavoro assoluto dell’omonima pellicola del 1927 di Fritz Lang, oggi più che mai invita lo spettatore a riflettere sul potere della tecnologia, e in particolare sull’uso dell’intelligenza artificiale, e si interroga su quanto il continuo ricorso al digitale ci distanzi dall’espressione dei sentimenti più profondi. Che ne sarà delle future generazioni? Saremo davvero sostituiti dalle macchine?


Un film potente che ci interroga su temi sociali, sul potere e sul senso morale
Metropolis ci impone domande urgenti e ci invita a connetterci con la nostra parte più intima attraverso il difficile lavoro d’immedesimazione nel suo personaggio cardine: Tima.

Senza voler svelare troppo della trama, per chi non avesse già visto Metropolis quando uscì nel 2001, questo film, diretto da Rintarō e sceneggiato da Katsuhiro Ōtomo, che è una rilettura cinematografica del manga omonimo di Osamu Tezuka del 1949, apre anche a una riflessione sociale attraverso l’indagine del rapporto tra uomo e macchina. Le disuguaglianze sociali si evidenziano già dalla struttura della città articolata in verticale a seconda del potere o della miseria. L’allegoria con la nostra società contemporanea è facilmente deducibile: il potere politico intrecciato alla conoscenza scientifica da una parte, e il senso morale dall’altra.



È fantascienza o una previsione del futuro che ci attende?
Un film grandioso da un punto di vista meramente visivo, ma altrettanto potente per i quesiti che pone attraverso una fantascienza che per nulla sfigura se messa a confronto con Blade Runner.
Un’opera che si pone in continuo “sbilico” tra innovazione e nostalgia, dove lo spettacolo visionario e distruttivo di una città futuribile propone innumerevoli riferimenti stilistici Art Déco oltre a una riflessione filosofica mai banale.

Quale il destino del genere umano? Androidi umanizzati o solo robot?
Si può scegliere di preferire un androide a un umano? Oppure addirittura ci troveremo ad aver a che fare con androidi capaci di provare i nostri stessi sentimenti? E se così fosse avremo ancora la capacità di riflettere su chi siamo veramente? Insomma, come la metteremo poi con tutta quella parte introspettiva di noi che man mano che cresciamo ci pone sempre di fronte alla grande sfida di scoprire quale sia la nostra identità?

Tutte queste domande sono un motivo più che sufficiente per andare al cinema a vedere Metropolis, non ultima una colonna sonora jazz e swing capace di sciogliere anche i cuori meno teneri. Di una poetica struggente la scelta musicale di I Can’t Stop Loving You di Ray Charles in una delle scene più forti del film. Un vero tocco di classe. Chapeau!
